Gramsci, letto da Susi e Dario

Lettera n.159 - 28 luglio 1930 - alla mama


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28 luglio 1930

Carissima mamma,
le due piccole fotografie che mi ha portato Nannaro mi sono molto piaciute: anche se tecnicamente non ben riuscite, riescono a dare una impressione abbastanza immediata della tua fisionomia e della tua espressione. Mi pare che, nonostante i tuoi anni e tutto il resto, tu ti sei mantenuta assai giovane e forte: devi avere pochi capelli bianchi e la tua espressione è molto vivace anche se un po', come dire?… matronale. Scommetto che potrai ancora vedere i pronipoti e vederli già grandetti; proprio vogliamo fare una grande fotografia, un giorno avvenire, dove saremo tutte le generazioni e tu nel mezzo a mettere ordine. Mea è molto cresciuta, ma è sempre ancora molto… spabaiada. Nannaro, da ciò che gli avete scritto, aveva creduto che sua figlia fosse chissà quale mostro di sapienza e di genialità. Da ciò dipende che è passato all'estremo opposto e ha dimenticato che la bambina ha ancora solo 9 o 10 anni. Però un po' di ragione ce l'ha, specialmente quando osserva che noi a quell'età eravamo più maturi e più sviluppati intellettualmente. Questo colpisce anche me. Mi pare che Mea sia troppo puerile per la sua età, anche per la sua età, che non abbia altre ambizioni che quella di fare belle figure apparenti e che non abbia vita interiore, che non abbia bisogni sentimentali che non siano piuttosto animaleschi (vanità, ecc.). Forse voi l'avete viziata troppo e non l'avete costretta a disciplinarsi. È vero che anch'io o Nannaro o gli altri, non siamo stati costretti a disciplinarci, ma l'abbiamo fatto da noi stessi. Io ricordo che all'età di Mea sarei morto di vergogna se avessi fatto tanti errori di ortografia; ti ricordi quanto leggevo fino a tarda ora e a quanti sotterfugi ricorrevo per procurarmi dei libri. E anche Teresina era così, sebbene fosse anch'essa una bambina come Mea e fosse certamente anche più graziosa fisicamente. Vorrei sapere cosa ha letto Mea finora: mi pare, da ciò che scrive, che non deve leggere altro che i libri di scuola. Insomma, dovete cercare di abituarla a lavorare con disciplina e a restringere un po' la sua vita «mondana»: meno successi di vanità e più serietà di sostanza. Fammi scrivere da Mea e dille che mi racconti la sua vita, ecc. Baci a tutti. Ti abbraccio teneramente.
Antonio
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Gramsci, letto da Susi e DarioBy Radio Ortica