L’avvocato Antonio Marra è una figura chiave del processo, rimasto a lungo nell’ombra. Lui si definisce “pesce di profondità” proprio per questa sua capacità di non farsi mai notare. Dalla sentenza emergono i suoi rapporti molto forti con Paolo Romeo e con le cosche di ‘Ndrangheta. Ma anche il suo ruolo di mediatore negli accordi tra crimine organizzato e pezzi delle istituzioni che trattano la cattura di latitanti in cambio di favori per i detenuti. A commentare la sentenza i giornalisti Alessia Candito e Pietro Comito.