Maceratesi alla Quadriennale. I fratelli Peschi e Tulli Wladimiro, tre giovani artisti tutti futuristi, se hanno avuto il meritato onore di partecipare alla IV Quadriennale, ci rendono ancora una prova di quello che altre volte da noi fu detto: che essi soli nella nostra terra maceratese esplichino una attività veramente importante e vitale, imponendosi di fronte al pubblico ed alla critica italiana. Essi non hanno forse bisogno d'essere presentati, perché sono apprezzati giustamente da chi segue con intelligenza ed obbiettività il lavoro costante che essi svolgono. In questa maniera si viene ancora una volta a confutare la miope incomprensione ed ironia di chi crede che i loro interessi siano volti semplicemente a manifestazioni regionali di ben limitata importanza. Noi sappiamo invece che la loro opera è degna di quell'apprezzamento che è stato loro espresso da personalità eminenti nel campo dell'arte. Umberto Peschi, reduce dal successo della XXIII Biennale Veneziana si impone ancora una volta all'interesse nazionale dell'arte. Egli è il migliore in questa Quadriennale che rappresenti con sicurezza e con capacità adeguata la scultura nuova che ormai dovrebbe esser più conosciuta ed equamente giudicata da chi s'interessa di problemi artistici e plastici. Il nuovo bassorilievo «Ali» segna un progresso importantissimo nella sua tecnica e nella concezione. È il nostro voto che presto egli dedichi la sua attività ormai ben chiara d'intenti e capacità ad opere che impegnino tutte le sue possibilità espressive. Lo segue, degno compagno lo ancor giovane Tulli, con <<>. Questo suo pieno successo anche esso meritato, deve essere per lui l'apertura ad una strada che saprà percorrere con certezza anche maggiore quando la sua tecnica si sia maggiormente affinata nella ricerca e nella esplicazione della sua personalità. Abbiamo notato in quotidiani molto diffusi che i Futuristi siano alquanto volutamente dimenticati dalla critica ufficiale; nonostante questo, in noi c'è la provata certezza che essi, nel campo libero dell'arte, possano stare al pari di ogni altro artista e dire anche essi quello che vogliono con la libertà che gli altri hanno. Anche perché sono i soli camino e trovino nuove vie, non tanto per un polemico celerio di rinnovamento, quanto per esprimere una idea fonds e logica anch'essa per quanto sembri ad alcuni che si staccin dalle vecchie - ma forse viete - concezioni di arte e d'estetica.
(Coltorti Mario, L'Azione fascista, 7 giugno).