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«Molto si parla di pace in quest’ora nei congressi femminili internazionali di ogni tendenza politica. Anche noi abbiamo una ferma fiducia nell'opera che la donna con pieni diritti politici potrà, purtroppo non sempre a breve scadenza ma tuttavia sempre efficacemente, svolgere a favore della pace». A parlare era Maria De Unterrìchter Jervolino, madre costituente, che il 3 maggio 1947 rese omaggio al ritorno in Italia della scienziata Maria Montessori che nel 1934 fu costretta a lasciare il paese a causa del regime fascista.
Un omaggio che la Jervolino trasformò anche in un monito che la seguì per tutta la sua vita: la pace come bene primario, come opera da salvaguardare e proteggere, la pace come obiettivo dell’attivismo femminile.
«Molto si parla di pace in quest’ora nei congressi femminili internazionali di ogni tendenza politica. Anche noi abbiamo una ferma fiducia nell'opera che la donna con pieni diritti politici potrà, purtroppo non sempre a breve scadenza ma tuttavia sempre efficacemente, svolgere a favore della pace». A parlare era Maria De Unterrìchter Jervolino, madre costituente, che il 3 maggio 1947 rese omaggio al ritorno in Italia della scienziata Maria Montessori che nel 1934 fu costretta a lasciare il paese a causa del regime fascista.
Un omaggio che la Jervolino trasformò anche in un monito che la seguì per tutta la sua vita: la pace come bene primario, come opera da salvaguardare e proteggere, la pace come obiettivo dell’attivismo femminile.