È mercoledì 3 maggio 1469 quando a Firenze nasce, da nobile ma decaduta famiglia, Niccolò Machiavelli, fra i più importanti personaggi dell’intera letteratura italiana e non solo di quella rinascimentale. In una lettera del marzo 1498 scrive una critica serrata all’azione politica di Girolamo Savonarola, discutibile in sé ma condotta con una risolutezza di giudizio e di stile che già preannunciano il futuro scrittore. Nell’assolvere le sue missioni si trovò nei punti nevralgici della politica fiorentina, italiana ed europea del tempo. Nel forzato esilio compose le sue opere più grandi: i Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio e il Principe, al quale è in gran parte affidata la sua gloria. Con questi scritti Niccolò fondava una nuova scienza autonoma, la politica, distinguendola decisamente dalla morale e dalla religiosità. Lui partiva dallo studio dell’uomo e della realtà, cercando di trarre leggi universali che regolano la vita degli stati. Nel Principe proponeva agli italiani una generosa e appassionata utopia: la fondazione di uno stato unitario che la liberasse dalle invasioni straniere, dallo strazio e dall’avvilimento presente.
©Editoriale Programma – Alessandra Artale