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In questa puntata del podcast Anna Paola Montanari, bibliotecaria di Arcisate, ci racconta la straordinaria vita di Oldoini Virginia così come raccontata nel romanzo di Valeria Palumbo ( La donna che osò amare se stessa) e Benedetta Craveri (La contessa).
Discendente da una delle più nobili famiglie toscane, Virginia nacque il 22 marzo 1837 a Firenze, dove passò i primi anni della giovinezza. Sposata nel 1854 al conte Francesco di Castiglione, addetto alla casa di Vittorio Emanuele II, ben presto acquistò nella società torinese una posizione predominante grazie alla sua meravigliosa bellezza e al lusso straordinario in cui viveva. Il conte di Cavour, presidente del Consiglio dei ministri, già imparentato con le famiglie Oldoini-Castiglione, comprese quale vantaggio avrebbe potuto trarre per la sua politica da una donna, le cui doti fisiche e intellettuali avevano in così poco tempo affascinato il mondo politico e diplomatico della capitale piemontese. Dietro consiglio di Cavour, lei partiva per Parigi nel febbraio del 1856, arruolata nelle file della diplomazia affinchè attraverso la sua bellezza potesse conquistare e sedurre l'imperatore.
A Parigi la bella contessa fu infatti una delle figure che suscitarono maggiore interesse alla corte di Napoleone III, sull'animo del quale essa esercitò per qualche anno una grande influenza, di cui, però, non si possono stabilire con esattezza né i limiti, né le conseguenze politiche, poiché il carteggio diplomatico della contessa fu, dopo la morte di questa (a quanto affermano i biografi), sequestrato e poi distrutto dal governo italiano. Certo la contessa, per l'alta posizione che aveva alla corte imperiale di Francia, fu in corrispondenza, oltre che col Cavour, anche con Vittorio Emanuele II, Urbano Rattazzi, Costantino Nigra, Thiers, il duca di Aumale e perfino con Pio IX. Ma improvvisamente, per cause tuttora sconosciute, nel 1860 essa cadde in disgrazia presso l'imperatore e fu costretta a ritirarsi in una villa nei dintorni di Torino. Tornata a Parigi l'anno dopo, riprese bensì la gran vita di società ma non recuperò più quella potenza politica che molti prima le attribuivano, e il suo astro tramontò rapidamente; Cavour era morto da poco e la politica imperiale prendeva ormai un altro indirizzo. Caduto l'Impero e crollata la società che su di esso si basava, la contessa si ritirò in un appartamento nel centro della metropoli francese, rompendo quasi tutte le relazioni contratte in quindici anni di vita mondana e aspettando serenamente la morte che la colse in Parigi il 28 novembre 1899.
Per leggere i libri presentati da Anna Paola, prenotali sul sito » Rete Bibliotecaria della Provincia di Varese !
Questo podcast è prodotto all'interno del progetto APP-assionatamente inconsapevoli
#conFondazioneCariplo
In questa puntata del podcast Anna Paola Montanari, bibliotecaria di Arcisate, ci racconta la straordinaria vita di Oldoini Virginia così come raccontata nel romanzo di Valeria Palumbo ( La donna che osò amare se stessa) e Benedetta Craveri (La contessa).
Discendente da una delle più nobili famiglie toscane, Virginia nacque il 22 marzo 1837 a Firenze, dove passò i primi anni della giovinezza. Sposata nel 1854 al conte Francesco di Castiglione, addetto alla casa di Vittorio Emanuele II, ben presto acquistò nella società torinese una posizione predominante grazie alla sua meravigliosa bellezza e al lusso straordinario in cui viveva. Il conte di Cavour, presidente del Consiglio dei ministri, già imparentato con le famiglie Oldoini-Castiglione, comprese quale vantaggio avrebbe potuto trarre per la sua politica da una donna, le cui doti fisiche e intellettuali avevano in così poco tempo affascinato il mondo politico e diplomatico della capitale piemontese. Dietro consiglio di Cavour, lei partiva per Parigi nel febbraio del 1856, arruolata nelle file della diplomazia affinchè attraverso la sua bellezza potesse conquistare e sedurre l'imperatore.
A Parigi la bella contessa fu infatti una delle figure che suscitarono maggiore interesse alla corte di Napoleone III, sull'animo del quale essa esercitò per qualche anno una grande influenza, di cui, però, non si possono stabilire con esattezza né i limiti, né le conseguenze politiche, poiché il carteggio diplomatico della contessa fu, dopo la morte di questa (a quanto affermano i biografi), sequestrato e poi distrutto dal governo italiano. Certo la contessa, per l'alta posizione che aveva alla corte imperiale di Francia, fu in corrispondenza, oltre che col Cavour, anche con Vittorio Emanuele II, Urbano Rattazzi, Costantino Nigra, Thiers, il duca di Aumale e perfino con Pio IX. Ma improvvisamente, per cause tuttora sconosciute, nel 1860 essa cadde in disgrazia presso l'imperatore e fu costretta a ritirarsi in una villa nei dintorni di Torino. Tornata a Parigi l'anno dopo, riprese bensì la gran vita di società ma non recuperò più quella potenza politica che molti prima le attribuivano, e il suo astro tramontò rapidamente; Cavour era morto da poco e la politica imperiale prendeva ormai un altro indirizzo. Caduto l'Impero e crollata la società che su di esso si basava, la contessa si ritirò in un appartamento nel centro della metropoli francese, rompendo quasi tutte le relazioni contratte in quindici anni di vita mondana e aspettando serenamente la morte che la colse in Parigi il 28 novembre 1899.
Per leggere i libri presentati da Anna Paola, prenotali sul sito » Rete Bibliotecaria della Provincia di Varese !
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