Paul Graham: il pifferaio magico dei nerd

Perché Lanciare una Startup in un Periodo di Crisi Economica // Why to Start a Startup in a Bad Economy


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Traduzione in italiano di Linda Mazzotti dall’essay originale di Paul Graham "Why to Start a Startup in a Bad Economy" [Ottobre 2008].

La situazione economica è apparentemente così disastrosa che alcuni esperti preannunciano un periodo di crisi pari a quello della metà degli anni Settanta.

Proprio in quel periodo sono state fondate Microsoft e Apple.

Come suggeriscono questi esempi, una recessione potrebbe non essere un momento così negativo per lanciare una startup. Non sto nemmeno sostenendo che rappresenti un momento particolarmente favorevole. La verità è più noiosa: il contesto economico non conta più di tanto.

Se abbiamo imparato una cosa da tutti i nostri investimenti in startup, è che queste hanno successo o falliscono in base alle qualità dei fondatori. L'economia ha certamente un impatto ma, se usato come fattore per predire il successo, risulterà solo come un fattore di arrotondamento rispetto ai fondatori.

Questo significa che ciò che conta è chi sei, e non quando decidi di agire. Se sei la persona giusta, vincerai anche in un contesto economico sfavorevole. E se non lo sei, una buona economia non ti salverà. Chi pensa "è meglio che non avvii una startup ora che l'economia è messa male" sta commettendo lo stesso errore di chi, durante la bolla, pensava "mi basterà lanciare una startup e sarò ricco".

Quindi, se volete aumentare le vostre possibilità di successo, dovete pensare molto di più a chi potete coinvolgere come cofondatore, piuttosto che allo stato generale dell'economia. Se volete invece preoccuparvi per le minacce alla sopravvivenza della vostra azienda, non cercatele nelle notizie. Piuttosto, guardatevi allo specchio.

Ma non sarebbe forse meglio aspettare che l'economia migliori prima di lanciare un’impresa, indipendentemente dal team di fondatori? Se state avviando un ristorante, forse, ma non se state lavorando su una tecnologia. La tecnologia progredisce più o meno indipendentemente dal mercato azionario. Quindi, per qualsiasi soluzione tecnologica, un'azione rapida in un contesto sfavorevole porterà ad un guadagno maggiore di quello generato da un'attesa. Il primo prodotto di Microsoft fu un interprete del linguaggio BASIC per l’Altair 8800. Era esattamente ciò di cui il mondo aveva bisogno nel 1975, ma se Bill Gates e Paul Allen avessero deciso di aspettare qualche anno per lanciarlo sul mercato, sarebbe stato troppo tardi.

Naturalmente, l'idea che avete adesso non sarà l'ultima. Avrete sempre nuove idee. Ma se avete un'idea specifica su cui volete lavorare, fatelo subito.

Questo non significa che possiate ignorare l'economia. Sia i clienti che gli investitori si sentiranno sotto pressione. Però non è necessariamente un problema se i clienti si sentono in difficoltà: potreste addirittura trarne vantaggio, realizzando prodotti che li aiutano a risparmiare. Le startup propongono spesso soluzioni più economiche quindi, da questo punto di vista, hanno più possibilità di avere successo in una fase di recessione rispetto alle grandi aziende.

Gli investitori invece possono essere un problema. Le startup hanno generalmente bisogno di raccogliere una certa quantità di finanziamenti esterni e gli investitori tendono a essere meno disposti a investire in tempi difficili, anche se non dovrebbero esserlo. Tutti sanno che si dovrebbe comprare proprio quando le condizioni di mercato sono cattive e vendere quando sono buone. Ma ciò che rende il processo di investimento così controintuitivo è che nei mercati azionari il momento positivo è definito come il momento in cui tutti pensano che sia il momento di comprare. Per agire correttamente bisogna essere contrarian* e, per definizione, solo una minoranza di investitori riesce ad esserlo.

Quindi, così come nel 1999 gli investitori competevano per investire in startup scadenti, nel 2009 gli investitori saranno presumibilmente riluttanti a investire anche in quelle più promettenti.

Dovrete adattarvi a questa situazione. Ma non è una novità: le startup devono sempre adattarsi ai capricci degli investitori. Chiedete a qualsiasi fondatore, in qualsiasi contesto economico, se descriverebbe gli investitori come volubili, e osservate la loro espressione. L'anno scorso dovevate essere pronti a spiegare in che modo la vostra startup potesse diventare virale. L'anno prossimo dovrete spiegare come questa sia a prova di recessione.

(Sono entrambe cose positive. L'errore degli investitori non sta nei criteri che utilizzano, ma nel fatto che tendono sempre a concentrarsi su uno di essi escludendo gli altri).

Fortunatamente, la strategia per rendere una startup a prova di recessione consiste nel fare esattamente ciò che si dovrebbe fare in ogni caso: gestirla nel modo più economico possibile. Per anni ho detto ai fondatori che la strada più sicura per il successo è quella di essere gli scarafaggi del mercato. L'esaurimento del denaro resta sempre la causa di morte immediata di una startup. Quindi, quanto meno costosa risulta la gestione di un’azienda, tanto più è difficile ucciderla. E per fortuna gestire una startup è diventato abbastanza economico. Una recessione, semmai, lo renderà ancora meno costoso.

Se l'inverno nucleare è davvero alle porte, essere uno scarafaggio potrebbe risultare addirittura più sicuro che mantenere il vostro lavoro. I clienti potranno anche abbandonarvi individualmente se non si possono più permettere la vostra soluzione, ma non li perderete tutti in una volta; i mercati non "riducono il numero di persone”.

E se lasciate il vostro lavoro per fondare una startup che poi fallisce e non riuscite a trovarne un altro? Questo potrebbe essere un problema se lavorate nelle vendite o nel marketing. In quei settori possono volerci mesi per trovare un nuovo lavoro in un contesto di mercato sfavorevole. Ma gli hacker sembrano essere più resilienti. I bravi hacker riescono sempre a trovare un lavoro. Magari non sarà il lavoro dei vostri sogni, ma non morirete di fame.

Un altro vantaggio dei tempi duri è che c'è meno concorrenza. I treni della tecnologia lasciano la stazione a intervalli regolari. Se tutti gli altri si rintanano in un angolo, potreste avere un vagone tutto per voi.

Siete anche degli investitori. In qualità di fondatori state acquistando azioni con il vostro lavoro: il motivo per cui Larry Page e Sergey Brin sono così ricchi non è tanto che hanno svolto un lavoro del valore di decine di miliardi di dollari, ma che sono stati i primi investitori di Google. E come ogni investitore, dovreste comprare quando i tempi si fanno difficili.

Stavate per caso annuendo pensando "stupidi investitori", qualche paragrafo fa, quando parlavo di come gli investitori siano riluttanti a investire in startup nei contesti di mercato negativi, anche se è il momento in cui razionalmente dovrebbero essere più disposti a farlo? Beh, i fondatori non sono molto meglio. Quando i tempi si fanno duri, infatti, gli hacker vanno all'università. E sicuramente succederà anche questa volta. In realtà, ciò che rende vero il paragrafo precedente è che la maggior parte dei lettori non ci crederà - almeno fino a quando non deciderà di agire di conseguenza.

Quindi forse una recessione potrebbe essere un buon momento per lanciare una startup. È difficile dire se i vantaggi, come la mancanza di concorrenza, superino gli svantaggi, come l’esitazione degli investitori. Ma non ha molta importanza in ogni caso. Sono le persone che fanno la differenza. E per un determinato gruppo di persone che lavorano su una determinata tecnologia, il momento di agire è sempre adesso.



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Paul Graham: il pifferaio magico dei nerdBy Irene Mingozzi