vedi libro: https://www.libri.it/rachel
Dal frontespizio del libro, la piccola Rachel ci guarda con aria triste e vagamente minacciosa. Ha la testa grande e il corpo minuscolo, e indossa un semplice vestitino con un colletto che fa pensare a un’epoca lontana. Il suo incarnato è diafano, gli occhi di diverse dimensioni sono velati di malinconia e la bocca si apre nel viso come una ferita. Stiamo per leggere la sua storia e sarà una storia dolorosa. Il tempo in cui è ambientata è indefinito: potrebbe trattarsi degli anni Dieci, i Trenta, forse i Venti, oppure di un momento imprecisato nel futuro. Sappiamo che c’è una guerra: ce ne dà notizia la nefasta processione di dirigibili che solcano il cielo come banchi di balene o capodogli. Anche del luogo non ci vengono fornite coordinate precise: si tratta di un paese lontano, sperduto sulle coste dell’Oceano.
Qui, in una casa sulla scogliera, a picco sul mare, vive Rachel. Non vede i suoi genitori da lungo tempo e non ha idea di dove si trovino né sa perché siano partiti senza dirle nulla ma in cuor suo è convinta che non abbiano mai smesso di volerle bene. Ama passare il tempo seppellendo nella sabbia gli animaletti morti che trova in giro e dedicando loro filastrocche di sua invenzione. Le piace anche disegnare e, quando non ha fogli o quaderni a disposizione, adorna con meravigliose illustrazioni le rocce e i sassi levigati dal mare. Non gioca mai con altri bambini ma ha tre amici decisamente originali: il coccodrillo impagliato Geremia, il coniglio scheletrico Asmodeo e una bambola anatomica di nome Lia. Ovvero tre dei tanti pezzi della collezione allestita nella sua stanza dal padre Balthazar Zendak, grande esperto nella preparazione e conservazione dei cadaveri. Zendak era solito chiamare quella stanza ‘Wunderkammer’, un nome duro che Rachel faceva fatica a pronunciare. Suo padre le aveva però spiegato che significava semplicemente “camera delle meraviglie” e che consisteva in un personale museo del mondo, nel quale racchiudere qualsiasi cosa suscitasse stupore e meraviglia. Rachel aveva aiutato Zendak ad allestire quella stravagante collezione, insieme alla mamma, Edith, che essendo una sarta aveva anche cucito gli abiti con cui vestire i preparati del marito. Ma nella casa sulla scogliera non mancano altre stramberie: in un angolo adiacente al laboratorio autoptico di Zendak, sono esposti molti strani bambini conservati sotto formalina, con un’enorme testa e un corpicino esile e diafano che in alcuni casi lascia trasparire gli organi interni.
In una fredda notte di luna piena al termine di un giorno piovoso, tutto cambia per sempre per la piccola Rachel. È la notte del suo compleanno ma la bambina non lo sa perché ha perso da tempo il conto dei giorni e ignora anche che la luna piena è in grado di rivelare piccoli e grandi segreti. Attirata dalla sua luce, comincia a vagare sulla scogliera camminando a lungo senza una meta precisa, finché raggiunge un cimitero dove la attende una macabra scoperta. A poco a poco i suoi ricordi riaffiorano e, tornata a casa, con l’aiuto di Geremia rimette assieme i pezzi del puzzle svelando il mistero che avvolge la storia della sua famiglia.
Con Rachel, Stefano Bessoni e #logosedizioni inaugurano la serie in quattro volumi “Le scienze inesatte”. Quattro capitoli di una fiaba nera, macabra, intrisa di tutte le suggestioni accumulate dall’autore nel tempo – dalle Wunderkammer ai rapporti tra arte e scienza, dalle ballate di Nick Cave al cinema di Peter Greenaway, dalle animazioni in stop motion firmate da Jan Švankmajer e i Quay Brothers alle fotografie di Joel Peter Witkin. Bessoni aveva cominciato a immaginare la sua storia quando ancora studiava all’Accademia di Belle Arti e aveva da poco abbandonato gli studi scientifici. Voleva scrivere e disegnare qualcosa da trasformare nel suo primo film, così abbozzò uno strano mondo a cavallo tra discipline scientifiche, procedimenti oscuri ed esoterici, tradizioni popolari e fiabe.
Francesca Del Moro