Le guerre ottomane del nuovo millennio

Realpolitik senza limiti nelle mosse di Erdogan dentro e fuori la Turchia


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Dopo 50 anni il mondo attorno alla regione abitata da curdi è cambiato e così anche i movimenti assimilabili alle idee di liberazione del Pkk sono scomparsi; le istanze mutano con la tecnologia e gli equilibri, dunque il sequestrato di Imrali propone all’organizzazione da lui fondata di cambiare pelle, sistemi di lotta e obiettivi. Ora, non sconfitti, ma in lotta armata con entità molto più potenti e senza alleati, per comporre una pace duratura che consenta di vivere nelle proprie regioni senza più rivendicare una nazione con confini e stato. Tutto questo incontra la strategia di partiti turchi agli antipodi e che perseguono gli obiettivi di stabilità interna di Erdogan, alla ricerca di un mandato vitalizio alla presidenza e di giocare con tranquillità la partita internazionale.
Murat Cinar ci aiuta a leggere la lettera di Ocalan da cui s’intraprende un percorso nuovo, assecondato da molti e accettato persino – con alcuni distinguo – dalle Sdf, Ypg/Ypj siriani che verrebbero lasciati davanti ai carri armati turchi con il cerino in mano dalla trasformazione della lotta armata in un’altra cosa. A meno di considerare l’evoluzione della situazione in relazione. Una alleanza con drusi e israeliani nella spartizione del potere nell’attuale Siria successiva alla caduta di Assad, con il riposizionamento della Russia e delle sue basi.
Sottraendo allo stato turco la possibilità di sventolare l’accusa di terrorismo, perché la lotta armata cessa, la repressione non ha più validi argomenti per una giustizia asservita al potere esecutivo e sottomessa a quello legislativo; fino alla prossima organizzazione terroristica inventata dallo stato per poter reprimere più facilmente. Ovviamente a questo punto si inaugura la lotta per un percorso condiviso che reinserisca i militanti e scarceri i prigionieri; e questa va perlustrata dalla leadership del Pkk rimasta attiva e libera, dando la linea… tutte le trasformazioni, i dibattiti, le scelte non sono a disposizione della pubblica opinione, come gli abboccamenti, gli accordi con la controparte, di cui ancora meno si conoscono gli intenti e i mezzi per perseguirli.
Un elemento singolare è quello della unanimità per ora delle reazioni del mondo curdo in tutte le 5 realtà nazionali in cui è seminato. Ma anche il riequilibrio che si va configurando nell’intero Sudovest asiatico con paramilitari curdi, azeri… laddove continua la presenza di accordi di Astana paralleli alle triangolazioni tra sauditi, israeliani e americani: tutti fanno alleanze fittizie con tutti. E poi ci sono le continue spaccature all’interno della Nato e riallineamenti costanti, sempre con attenzione a non aderire a sanzioni… e poi anche verso la penisola arabica i rapporti sono animati dalla più estrema aleatorietà.
I panorami possibili sono infiniti nel pragmatismo e nella Realpolitik di Erdogan e con Murat Cinar ci siamo divertiti ad accennarne a molti… tutti plausibili.
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Le guerre ottomane del nuovo millennioBy I Bastioni di Orione