Federica Tourn - Altre testimonianze confermano le accuse a don Salvoldi
«Si comportava come un guru, baciava i ragazzi davanti a tutti». Sono ormai almeno una quindicina le testimonianze arrivate a confermare le denunce di Stefano Schiavon e Andrea Travani, che dichiarano di essere stati molestati da don Valentino Salvoldi, sacerdote “fidei donum” della diocesi di Bergamo, formatore e autore di decine di libri a tema religioso.
Le storie si somigliano tutte: cambiano gli anni – le testimonianze spaziano dalla fine degli anni '80 a metà degli anni duemila – ma i dettagli sono gli stessi.
«Era il '96 o il '97: durante un campo estivo in Val d'Ossola, Salvoldi ci ha portati a fare il bagno in una sorgente di acqua calda», racconta Samuele (nome di fantasia). «Lì, senza scambiare troppe parole, come se fosse già chiaro quel che sarebbe successo, noi ragazzi ci siamo spogliati fino a restare nudi, e così ha fatto il prete – continua Samuele – Ci siamo immersi nell'acqua e a turno abbiamo ricevuto le carezze e i baci di don Valentino. Se qualcuno aveva un principio di eccitazione, don Valentino spiegava che era “soltanto una cosa meccanica”, e che anche a lui “sarebbe partito il pistolino” - testuali parole – se l'avesse messo sotto il potente getto d'acqua termale». Lo stesso Salvoldi, precisa Samuele, poi commentava la giornata con i ragazzi davanti alle madri che erano venute a prenderli, normalizzando così quello che era appena successo.
Nell'agosto del 2002, a Mione, in provincia di Udine, Francesco (nome di fantasia), oggi 44 anni, si ritrova a uno dei campi organizzati da Salvoldi: «creava un ambiente suggestivo per dei ragazzini, con rituali serali caratterizzati da luci soffuse e musica, in cui lui era il guru: ricordo bene di averlo visto baciare dei ragazzi», racconta.
«durante questi campi si faceva una cena a lume di candela in cui ci si imboccava a vicenda – racconta un altro testimone – e dopo noi ragazzi eravamo invitati a abbracciarci mettendoci l'un l'altro le mani sotto la maglietta». Non solo: «ho visto distintamente don Valentino baciare a lungo sulla bocca un ragazzo seduto sulle sue ginocchia». Il testimone è stranito ma pensa che se nessuno ha qualcosa da eccepire, forse anche i baci fanno parte del “rituale”. «Valentino diceva che le regole dell'esterno non valevano, che con lui si dovevano seguire regole nuove impostate sull'amore, il toccarsi e lo stare insieme».
Don Salvoldi il 29 dicembre scorso ha rilasciato una dichiarazione al Corriere della Sera in cui sostiene che i baci e gli abbracci «erano segni di tenerezza e pace, dell’amore per Dio» e che la sua era «una pedagogia liberatoria». La diocesi di Bergamo, in una comunicazione stringata pubblicata sul sito della diocesi, dichiara: «in merito ad alcune notizie di stampa relative ad un anziano sacerdote del clero di questa diocesi per presunti fatti risalenti agli anni ‘90, si è già provveduto per quanto di competenza ad attivare le procedure previste dal diritto canonico, fermo restando il rispetto del lavoro della magistratura nel comune intento del giusto accertamento della verità».
Fonte: Domani
https://youtu.be/WdYuQU-Iwnw?si=MgCBn_VICqiXcEv-&t=189
Pierelisa Rizzo – «Salutare toccando i genitali è pratica sdoganata» e in aula mostrano una foto di Baudo e Benigni
Udienza dedicata agli avvocati dei responsabili civili e ai legali dell’imputato quella di ieri nel processo a Giuseppe Rugolo, il sacerdote accusato di violenza sessuale aggravata a danno di minori.
La seduta è iniziata poco dopo mezzogiorno e si è conclusa a tarda sera. Parla di “processo mediatico” il legale de vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, Gabriele Cantaro, mentre per l’avvocato della parrocchia di San Giovanni, Mauro Lombardo la modalità di rapportarsi ai giovani di Rugolo, che per salutare toccava le parti intime, sarebbe oramai stata sdoganata.
E per dimostrare questo ha mostrato in aula la famosa foto che ritrae Benigni che tocca Pippo Baudo.