Francesco Zanardi -Dalle parrocchie alle scuole, tre inchieste sulla rete dei pedofili:. Stuprati anche i bambini del centro anti violenze
Una rete di pedofili che è nata ed è cresciuta attorno alle scuole dell’hinterland romano che, partendo dalle parrocchie, è riuscita a entrare nelle comunità giovanili e le case famiglia legate ai presidi religiosi sul territorio. Questa rete sinora ha goduto di protezioni, mostrandosi allo stesso tempo in grado di terrorizzare le sue vittime.
Ne fanno parte individui che potrebbero aver compiuto abusi pesantissimi anche tra le pareti domestiche. Soggetti abili a colpire i più fragili, quei giovanissimi che hanno subito molestie e che con le loro famiglie da oltre un anno spingono per conoscere la verità. Così, con le loro denunce, si sono guadagnati l’attenzione di tre Procure: prima Latina e Tivoli, ora Roma. Anche i pm di piazzale Clodio vogliono fare luce sulla rete, collegando i puntini di un disegno per ora ancora oscuro.
Il tarlo ha iniziato a scavare nella mente degli inquirenti con le inchieste a carico dell’ex dirigente di Azione cattolica, Mirko Campoli a Tivoli, e del diacono Alessandro Frateschi, a Latina. Il primo è stato appena condannato a nove anni di reclusione per abusi su due ragazzini e per il secondo è stato chiesto il rinvio a giudizio.
Alla procura di piazzale Clodio il compito di tirare le fila: al vaglio c’è un’enorme quantità di materiale pedopornografico finito sotto sequestro. Foto, video, chat inquietanti. Tutto il necessario per tentare di ricostruire la rete. Tra i protagonisti anche preti e personaggi particolarmente in vista, addirittura politici. Indiscrezioni che hanno bisogno di conferme. Quanto già emerso e quanto sta emergendo tra Tivoli e il capoluogo pontino è però sufficiente. Basta a indirizzare le intenzioni della Procura della Capitale. A convincere i pm che questa storia merita di essere approfondita.
FONTE Repubblica
https://youtu.be/L18TjHyR7-w?si=pQgpN6FU9St927Ve&t=221
Federica Tourn - Rimosso un vescovo polacco: aveva insabbiato abusi sessuali
Alcuni giorni fa, Papa Francesco ha accettato la rinuncia del Vescovo Andrzej Franciszek Dziuba 73 anni, dal governo pastorale della Diocesi di Łowicz, in Polonia. Si tratta di una “rimozione” per l’accusa di aver insabbiato casi di abusi sessuali su minori.
Dalla nota sulla rimozione di Mons. Dziuba, diffusa dalla Nunziatura Apostolica di Varsavia, si apprende: «Sono state riscontrate difficoltà nel governo pastorale e in particolare sue omissioni nel trattare casi di abusi sessuali su minori commessi da alcuni sacerdoti, come è emerso da un’indagine condotta dalla Santa Sede, a norma del Motu proprio Vos estis lux Mundi».
La nunziatura di Varsavia ha reso nota la decisione del Pontefice sottolineando che la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Lowicz presentata da monsignor Dziuba era stata richiesta dalla Santa Sede.
A carico di Mons. Dziuba, alla Santa Sede sono state presentate delle denunce di negligenza nella gestione di abusi sessuali ai danni di cinque minori. Un’indagine a livello diocesano è stata condotta dall’Arcivescovo metropolita di Łodz, Mons. Grzegorz Rys e i documenti raccolti sono stati presentati alla Santa Sede nel 2020. Nel 2022, la Commissione statale sulla pedofilia polacca ha presentato una notifica alla procura con l’accusa a carica di Mons. Dziuba di aver commesso il reato di mancata notifica alle forze dell’ordine degli abusi sessuali a danno di un minore, commessi nel 2016 da un sacerdote a lui subordinato.
Il caso di Mons. Dziuba è l’ennesimo in materia di omissioni e coperture nella gestione degli abusi su minori da parte del clero, emersi in Polonia. Il 24 febbraio scorso, il Papa aveva rimosso l’Arcivescovo metropolita di Stettino-Kamień, Mons. Andrzej Dzięga, accusato insieme ai suoi predecessori di aver insabbiato abusi sessuali su minori nella sua diocesi. Il 16 febbraio 2021 era morto in una struttura sanitaria cattolica di Stettin...