Francesco Zanardi - Si torna in aula a Latina per l'udienza preliminare a carico Alessandro Frateschi
Si torna in aula al tribunale di Latina, per l'udienza preliminare a carico Alessandro Frateschi, 50 anni, ex prof di religione e diacono arrestato per violenza sessuale a danno di cinque giovanissimi. La giudice Laura Morselli ha accolto la richiesta di incidente probatorio per ascoltare i tre ragazzi minorenni, studenti del liceo Majorana, e oggi dovrebbe essere affidato l'incarico a un perito che dovrà assistere i ragazzi nella delicata ricostruzione di episodi estremamente traumatici.
Il giudice dovrà individuare uno psicologo specializzato nei reati sessuali a danno di minori che possa aiutarli nel racconto di quanto accaduto quando furono sottoposti ad abusi da parte del loro insegnante di religione, così come viene ipotizzato dall'accusa.
Il perito, ancora non individuato, sarà incaricato di effettuare anche una perizia psicodiagnostica per rispondere a una serie di quesiti, esattamente cinque. Il giudice vuole infatti stabilire se i ragazzi minorenni abbiano subito maltrattamenti o abusi sessuali in ambiente familiare o scolastico, se ci siano stati episodi traumatici o particolari stati emotivi.
Difficile al momento ipotizzare i motivi che possano aver portato il giudice a formulare quesiti così specifici. Forse sono legati a particolari passaggi contenuti nelle carte dell'inchiesta, ma è soltanto un'ipotesi visto che la richiesta della Procura in merito all'incidente probatorio riguardava esclusivamente la preziosa testimonianza delle vittime e non ne metteva assolutamente in discussione l'attendibilità.
IL MESSAGGERO
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Federica Tourn - No alle confessioni ai bambini: sono a rischio abuso, lo dice uno studio di Friburgo
Anche le confessioni dei bambini non sono esenti dal rischio di potenziali abusi sessuali perché nel confessionale si potrebbero insinuare comportamenti manipolativi o legami ambigui. Si tratta di una riflessione choc che si sta facendo strada nelle comunità cattoliche tedesche al punto che nella diocesi di Friburgo, in Germania, una commissione incaricata di occuparsi degli abusi, ha fatto affiorare il problema, chiedendo di accantonare le confessioni sui più piccini, e posticipandole a una età più adulta.
Secondo l’agenzia cattolica KNA lo studio della diocesi ha mostrato che l’amministrazione di quel sacramento ai bambini della prima comunione potrebbe essere un «punto di iniziazione per gli abusi sessuali”, di conseguenza la raccomandazione della commissione è di abbandonarlo. Una misura prudenziale, a causa della stretta relazione tra bambino e il prete, la situazione che si viene a creare e potrebbe «aprire la possibilità di un comportamento manipolativo nei confronti di bambini e minori al punto da violarne i confini».
Gli esperti hanno chiesto che i bambini di 7 e 8 anni non siano più invitati alla loro prima confessione. Molto più sensato, scrivono, aspettare che abbiano 15 o 16 anni. Le motivazioni sviluppate dagli psicologi fanno leva sul fatto che i piccoli a quell’età difficilmente hanno già chiara una visione consapevole della colpa e del peccato. L’arcidiocesi di Friburgo è stata così chiamata a correre ai ripari ed, eventualmente, provvedere a nuovi regolamenti.
La confessione o sacramento della penitenza, per la Chiesa, ha un enorme significato. Durante la confessione i credenti rivelano i propri errori ed esprimono il loro rimorso mentre il sacerdote assolve il credente dai peccati per conto di Dio. Il sacerdote è poi vincolato al segreto assoluto dal sigillo della confessione.
Papa Francesco ha spesso incoraggiato i preti ad essere indulgenti, misericordiosi e a perdonare tutto. «Per favore, fratelli, perdonate tutto, perdonate sempre, senza mettere il dito troppo nelle coscienze; lasciate che la gente dica le sue cose e voi ricevete quello come Gesù, con la carezza del vostro sguardo,