Rete l'ABUSO - TG NEWS

Rete L’ABUSO NEWS – Edizione 3 del 23 settembre


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Francesco Zanardi - Carpineto Romano: Padre Carlos Alberto Pérez condannato anche in appello
Si è svolto mercoledì a Piazzale Clodio il processo di appello a padre Carlos Alberto Pérez, un colombiano con una serie di abusi alle spalle e trasferito in Italia, a Carpineto Romano, dove però ha reiterato su più minori gli stessi crimini.
La Corte di appello di Roma ha confermato la condanna, in primo grado otto anni, con la riduzione a 7 in appello..
Il religioso dell’Istituto Missionario colombiano di San Giovanni Eudes, residente a Carpineto Romano da qualche anno, era stato arrestato dai carabinieri pochi giorni prima della Pasqua dell’anno scorso, su ordine del giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Velletri.
Da una lettera in nostro possesso datata 31 agosto 2018, mosignor Humberto Lugo Arguelles – Fondatore del carisma della casita– accusava in un documento di nove pagine, l’ex Responsabile, Jesús Amaya León di una serie di irregolarità, comprese le complicità in casi di pedofilia, tra cui quello di Perez, tuttavia accolto a Carpineto Romano.
La chiesa italiana sembra non abbia mai indagato su chi sia il responsabile del suo trasferimento malgrado i precedenti.
https://youtu.be/SU28nn-dm9s?si=hTjX-9HfFlsCB1ew&t=7
Federica Tourn - La diocesi di Roma riabilita Rupnik
«Emerge con chiarezza che in seno al Centro Aletti è presente una vita comunitaria sana e priva di particolari criticità»: questo il risultato della visita canonica disposta dal cardinale vicario di Roma, il vescovo Angelo De Donatis, sul Centro fondato da Marko Rupnik, l'ex gesuita accusato di aver abusato di almeno una ventina di donne. Non solo: il cardinale vicario ha messo in dubbio la scomunica in cui era incorso Rupnik per aver assolto in confessione una donna con cui aveva avuto un rapporto sessuale e che gli era stata rimessa pochi giorni dopo, molto probabilmente dal papa in persona.
La visita canonica, avviata il 16 gennaio scorso, aveva l'obiettivo di indagare sulle dinamiche interne all'équipe del Centro Aletti, associazione pubblica di fedeli dal giugno 2019, e in particolare, sui rapporti fra l'attuale gruppo dirigente e Rupnik. La relazione finale del visitatore incaricato, don Giacomo Incitti, docente di Diritto Canonico presso la Pontificia Università Urbaniana, attesta che «la vicenda ha aiutato le persone che vivono l’esperienza del Centro Aletti a rafforzare la fiducia nel Signore, nella consapevolezza che il dono della vita di Dio si fa spazio anche attraverso la prova».
Il visitatore canonico non ha avuto nulla da ridire sul fatto che la direttrice del Centro Maria Campatelli – ricevuta qualche giorno fa in udienza privata dal papa - fosse in prima fila il 5 marzo scorso, insieme al resto dell'équipe, quando Rupnik concelebrava nella basilica di Santa Prassede a Roma, violando il divieto dei suoi superiori di esercitare attività ministeriale e sacramentale in pubblico; o sugli esercizi spirituali che Rupnik avrebbe dovuto condurre per il Centro Aletti, in violazione delle restrizioni imposte dalla Compagnia; e, soprattutto, non ha commentato gli abusi che il sacerdote e artista commetteva anche nei locali del Centro, a Roma, approfittando del suo ruolo, come più di una vittima ha testimoniato alla Compagnia di Gesù nel corso dell'indagine avviata lo scorso febbraio.
Fonte: Domani
https://youtu.be/SU28nn-dm9s?si=sGyDg8w1pk2tinjT&t=103
                Ludovica Eugenio – Lettera delle vittime di Rupnik
E continuiamo a occuparci del caso Rupnik, perché in seguito allo sconcertante comunicato del vicariato di Roma sull’esito della visita canonica al Centro Aletti, 5 vittime  hanno rivolto una lettera aperta a papa Francesco, al cardinal vicario De Donatis, al cardinale Zuppi, presidente della CEI e al Cardinal Braz de Aviz, prefetto del Dicastero per i religiosi. E lo hanno fatto senza nascondere la loro identità: Fabrizia Raguso, Mira Stare, Gloria Branciani, Vida Bernard e Mirjam Kovac.
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