Rete l'ABUSO - TG NEWS

Rete L’ABUSO NEWS – Edizione 37 del 18 maggio


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Francesco Zanardi – Fondo svizzero risarcimenti quasi a secco
Il fondo di risarcimento creato nel 2017 per chi ha subito abusi nella Chiesa cattolica svizzera sarà presto esaurito. Questo perché le richieste di indennizzo sono significativamente aumentate dallo scorso settembre, quando è stato pubblicato l'ormai noto studio dell'Università di Zurigo, che ha portato alla luce più di mille episodi a partire dagli anni Cinquanta.
Il risarcimento accordato è modesto, un massimo di 20'000 franchi a testa. Fino a settembre erano ogni anno in media una trentina le persone che trovavano il coraggio di fare richiesta: per la precisione 44 nel 2017, 52 nel 2018, 25 nel 2019, 21 nel 2020, solo 9 nel 2021, 17 nel 2022 e 34 nel 2023. Ora però, come detto, la situazione è drasticamente cambiata.
I 500'000 franchi all'anno di cui dispone il fondo, quindi, non basteranno. La commissione che lo gestisce ha già chiesto altri soldi. Quelli ancora in cassa, saranno meno di 80'000 franchi questa estate una volta versato il dovuto per alcuni casi in sospeso, “saranno sufficienti per quattro o cinque persone”, ha confermato la presidente Liliane Gross al portale cath.ch.
I principali contributori sono la Conferenza dei vescovi svizzeri - con 300'000 franchi - e la RKZ ovvero l'associazione delle organizzazioni ecclesiastiche cantonali, che versa 150'000 franchi. Secondo cath.ch, l'aumento di questa voce di spesa avrà conseguenze: la Chiesa cattolica, per esempio, non avrà i mezzi per partecipare finanziariamente allo studio sugli abusi previsti in un prossimo futuro anche dalla Chiesa evangelica riformata.
https://www.rsi.ch
https://youtu.be/1_8g3SAHkhk?t=213
Alessio Di Florio – La CEI considera lo stupro un “atto impuro” con stress, aver bevuto o provocazioni “attenuanti”
“La Chiesa cattolica italiana continua a non affrontare il proprio scandalo degli abusi sessuali” è il titolo di un dossier pubblicato da worldcrunch.com già citato in due precedenti edizioni del nostro tg.
Nel dossier sono citate alcune dichiarazioni di Mons. Ghizzoni in occasione della presentazione del primo “rapporto” della CEI nel 2022. Questo uno dei passaggi del dossier in cui si cita Ghizzoni
«Ma c'è un altro passaggio degno di nota, quando Ghizzoni spiega il senso della seconda inchiesta in corso sui preti abusatori in Vaticano: “Chi commette dai 10 ai 50 casi nella sua vita è un abusatore seriale ed è un personaggio molto pericoloso, ma chi ha commesso un solo abuso nella sua vita, un giorno in cui ha bevuto, era sotto stress o se è lasciato provocatorio, possiamo considerarlo uno psicopatico seriale? Anche per questi dovremo pensare a soluzioni”. Chissà cosa pensa la vittima del prete che quel giorno aveva bevuto. Le dichiarazioni del Responsabile della tutela dei minori sembrano una sintesi trasparente, anche se evidentemente inconsapevole, delle motivazioni della Chiesa italiana a difendersi prima di cercare giustizia e verità. In definitiva, la questione degli abusi sessuali è diventata una delle questioni chiave su cui verrà misurata la capacità della Chiesa di avere importanza nel mondo di oggi».
«Secondo Christine Pedotti, femminista cattolica e direttrice della rivista francese Temoignage Chrétien, le cause dello scandalo vanno ricercate proprio nel rapporto della Chiesa con la sessualità e la democrazia – riporta worldcrunch.com - Il pensiero 'impuro', la masturbazione, lo stupro, vengono tutti confusi sotto il termine generico di peccato».
«Non esiste un legame diretto tra l'astinenza sessuale richiesta ai chierici cattolici e gli abusi, ma esiste un legame indiretto molto potente – prosegue l'analisi di Pedotti - In primo luogo, quando qualsiasi forma di attività sessuale, inclusa la semplice masturbazione, è considerata sbagliata, disordinata e peccaminosa, non esiste più una gerarchia di trasgressione: il pensiero 'impuro', la masturbazione, lo stupro, vengono tutti confusi sotto il termine generico di peccato,
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