
Sign up to save your podcasts
Or
In questo episodio del podcast, esploreremo il tema del romanticismo e del restauro architettonico. La cultura inglese ha sempre mostrato un amore profondo per la natura, le rovine e il paesaggio naturale, così come per il neo-medievalismo e la dimensione umana dei vecchi villaggi. Tuttavia, è stato solo con l'influenza di John Ruskin e William Morris che le posizioni conservazioniste hanno avuto un impatto significativo sull'opinione pubblica e sui committenti.
John Ruskin, un esteta, letterato e sociologo vittoriano, ha sostenuto che l'esperienza estetica fosse in continua analogia con quella morale e che l'arte fosse legata alla società che la produceva. La sua critica dell'arte era quindi anche una critica della società industriale, che stava allontanandosi sempre più dalla natura e dall'uomo. Durante i suoi viaggi in Europa, Ruskin è stato colpito dalla quantità di restauri che ha visto e dai criteri seguiti, e ha deciso di dedicarsi sempre di più al campo sociale.
Ruskin ha pubblicato "Le sette lampade dell'architettura" (1849), che sono obiettivi che il costruttore, l'utente e il restauratore devono tenere presente. In particolare, la "Lampada della memoria" affronta il tema del restauro e della durata. Ruskin sosteneva che l'uomo cerca di salvare l'oggetto per conservare la memoria della propria esistenza, ma che l'onestà verso il manufatto implica di non tradire l'autenticità della sua natura. Il restauro che va oltre ogni ragionevole constatazione della condizione dell'oggetto è considerato moralmente scorretto poiché modifica la realtà concreta dell'oggetto e lo trasforma in un feticcio.
In sintesi, Ruskin afferma che il restauro è una menzogna e distrugge l'edificio originale in modo definitivo e irrimediabile. La sua eredità ha continuato a influire sul dibattito sul restauro architettonico fino ai giorni nostri.
---
Instagram : @ilrestauroarchitettonico
Blog : www.ilrestauroarchitettonico.com
---
Bibliografia
In questo episodio del podcast, esploreremo il tema del romanticismo e del restauro architettonico. La cultura inglese ha sempre mostrato un amore profondo per la natura, le rovine e il paesaggio naturale, così come per il neo-medievalismo e la dimensione umana dei vecchi villaggi. Tuttavia, è stato solo con l'influenza di John Ruskin e William Morris che le posizioni conservazioniste hanno avuto un impatto significativo sull'opinione pubblica e sui committenti.
John Ruskin, un esteta, letterato e sociologo vittoriano, ha sostenuto che l'esperienza estetica fosse in continua analogia con quella morale e che l'arte fosse legata alla società che la produceva. La sua critica dell'arte era quindi anche una critica della società industriale, che stava allontanandosi sempre più dalla natura e dall'uomo. Durante i suoi viaggi in Europa, Ruskin è stato colpito dalla quantità di restauri che ha visto e dai criteri seguiti, e ha deciso di dedicarsi sempre di più al campo sociale.
Ruskin ha pubblicato "Le sette lampade dell'architettura" (1849), che sono obiettivi che il costruttore, l'utente e il restauratore devono tenere presente. In particolare, la "Lampada della memoria" affronta il tema del restauro e della durata. Ruskin sosteneva che l'uomo cerca di salvare l'oggetto per conservare la memoria della propria esistenza, ma che l'onestà verso il manufatto implica di non tradire l'autenticità della sua natura. Il restauro che va oltre ogni ragionevole constatazione della condizione dell'oggetto è considerato moralmente scorretto poiché modifica la realtà concreta dell'oggetto e lo trasforma in un feticcio.
In sintesi, Ruskin afferma che il restauro è una menzogna e distrugge l'edificio originale in modo definitivo e irrimediabile. La sua eredità ha continuato a influire sul dibattito sul restauro architettonico fino ai giorni nostri.
---
Instagram : @ilrestauroarchitettonico
Blog : www.ilrestauroarchitettonico.com
---
Bibliografia