La causa intentata da The New York Times contro Microsoft e OpenAI potrebbe cambiare lo scenario dell’industria dell’intelligenza artificiale e innovare il panorama regolatorio dei diritti d’autore e del fair use, il principio legale che permette, in casi eccezionali, l’uso di contenuti protetti da copyright.
Nel frattempo, usare con leggerezza i sistemi di IA generativa, in ambito individuale e aziendale, resta ancora un’attività ancora non esente da rischi, in primo luogo a livello legale.
FONTI
L’articolo scientifico dedicato alle nuove sfide del fair use e ripreso da Stanford HAI è disponibile qui https://arxiv.org/abs/2303.15715. È firmato da Dan Jurafsky, Tatsunori Hashimoto, Mark A. Lemley, Percy Liang, Xuechen Li e Peter Henderson.
I risultati della Tavola rotonda con i professionisti del settore creativo sono illustrati in una nota della FTC https://www.ftc.gov/news-events/news/press-releases/2023/12/ftc-staff-report-details-key-takeaways-ai-creative-fields-panel-discussion?utm_campaign=there_are_many_perspectiv&utm_content=1702934644&utm_medium=social&utm_source=twitter&s=03
L’inchiesta di The Washington post sul blocco C4 https://www.washingtonpost.com/technology/interactive/2023/ai-chatbot-learning/
Le condizioni d’uso di OpenAI https://openai.com/policies/terms-of-use
L’articolo scientifico di DAIR https://dl.acm.org/doi/10.1145/3600211.3604681