Sei nel cuore dei vigneti terrazzati del Lavaux, ai piedi del maestoso Mont Pèlerin: e mentre entri a Saint-Saphorin, tra filari di viti che si riversano come un’onda fino alle rive del Lago di Ginevra, già sai che questo piccolo borgo è tutto cuore. È un cuore rurale: di strade pittoresche e colorate, stretti vicoli lastricati e paesaggi tortuosi, ma soprattutto di persone che da sempre vivono della loro terra. Il villaggio di viticoltori ti accoglie in fretta: sembra quasi fortificato, come a raccogliere sé e i suoi abitanti, ma scopri presto che le arcate non sono lì per respingere nemici di sorta, ma per proteggere e curare il paese e il paesaggio. Un tempo, infatti, Saint-Saphorin rischiava smottamenti e crolli: il governo, così, decise di erigere solide arcate per proteggere gli edifici. Le case presto vennero erette sulle arcate, fondendo le loro facciate. Le case dei viticoltori, tipiche della regione, si susseguono lungo il tuo cammino: hanno facciate simmetriche dipinte in colori tenui, linee semplici e eleganti; non fai fatica a immaginare chi ci abita, la vita umile e laboriosa della comunità.

Alla fine di una strada acciottolata, ti ritrovi nella «Place du Peuplier»: è la piazza del pioppo, il centro di questo mondo. La chiesa riformata con il suo campanile sorveglia il paesaggio circostante, e intanto l'antica locanda «Auberge de l’Onde» apre le braccia: da lungo tempo accoglie viandanti e artisti in cerca di ispirazione, e assiste a porte aperte alle molte celebrazioni del paese: la festa di primavera, la vendemmia, gli eventi natalizi che riuniscono la comunità tra canti e tradizioni secolari.

Continui il cammino, e raggiungi anche il porto: le barche ormeggiate si cullano dolcemente sulle acque del lago, e qualche bambino ti saluta con la mano dal finestrino del treno, che passa sopra di te. Saluti anche tu, ti immagini visto dall’alto: un viaggiatore seduto sul porto che guarda le arcate, i vicoli e le case pastello, e sa già che un giorno ritornerà.