Con quest’atmosfera di festa si conclude il nostro itinerario all’interno del Museo della Valle di Zogno, ma non dimenticate di passare a visitare il cortile con gli attrezzi e i mezzi di trasporto.

La domenica, qui a Zogno, il paese si radunava per assistere agli spettacoli dei Giopi, cioè dei burattini, dal nome della maschera bergamasca Gioppino.

Attrezzi, giochi, oggetti di uso quotidiano…questo museo raccoglie la storia di un’intera valle e anche un pezzetto della storia d’Italia.

Ma quali erano i lavori a cui gli uomini si dedicavano durante la settimana? I più svariati e particolari, alcuni ormai quasi scomparsi.

Qui ci si divertiva, si beveva e si mangiava

Un’importante risorsa alimentare erano gli animali da cortile come galline, conigli e maiali allevati con i resti della cucina, un metodo poco costoso e molto redditizio.

Ora siamo nella stanza dedicata alla lavorazione del latte: qui sono raccolti molti degli strumenti usati per produrre formaggi e burro: caldari, ramine e zangole…

A quei tempi c’era  poco tempo per riposarsi, il lavoro era nei campi e scandito dalle stagioni. Allora non c’erano le potenti macchine di oggi e ogni attrezzo aveva una funzione precisa: la vanga rivoltava la terra, la zappa la livellava e l’aratro preparava i solchi per la semina. In primavera, l’erba veniva tagliata con la falce e, una volta seccata, diventava fieno per il bestiame.

Qui regnavano calma e silenzio, un luogo intimo dove entravano solo i padroni di casa: la camera da letto.

Siamo nel cuore della casa: la cucina