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Quando avevo circa 11 anni ho inziato ad interessarmi alla fotografia, e a quel tempo, ovviamente, non esistevano le macchine fotografiche digitali, si scattava a pellicola, quindi io rubavo la macchina fotografica al mio babbo, che conprava i rullini, e poi lui li doveva sviluppare!
Ormai da un paio d’anni sono tornato a scattare in analogico abbastanza regolarmente, e mi sono ricordato la bellezza del pensare, sono tornato ad apprezzare, l’attesa, il progetto pima dello scatto, l’incertezza, la possibilità di sbagliare, insomma sono tornato a cercare di capire chi sono, e perche sono qui, quale scopo voglio dare alla mia creatività? Cosa è davvero importante?
Scatare in nalogico ha cambiato e continua a cambiare il mio processo mentale, il mio approccio alle cose e alla vita, è stato e continua ad essere uno strumento intengrante del mio percorso di crescita personale, in un mondo che ti obbliga a fare per essere qualcuno, ti obbliga a rispondere alle sollecitazioni degli altri, alle aspettative, ti obbliga a dipendere da un like per sapere che stai facendo bene, ti obbliga alla ricerca della perfezione ad ogni costo per evitare di non piacere, e invece la vita non è questo grazie a Dio!
A photographer in mission for people is a reader-supported publication.
E a volte dimentico quanto è stata importante e quanto ancora è importante la fotografia per me, per chi sono, per chi voglio essere. Se non lo hai mai fatto, prova, trova una macchina fotografica analogica, esci e scatta 3 foto, solo 3, e poi aspetta, una settimana due settimane, e esci ancora per scattare 3 foto, o forse 5 foto, pensa prima di premere il pulsante di scatto, guarda, vedi, e poi aspetta ancora, fin quando quel rullino finisce, e allora devi aspettare ancora una volta! Porta il rullino a sviluppare, e poi goditi tutti gli errori che hai fatto, impara, cresci, goditi la serenità di sapere che non hai “fatto per essere” ma sei “stato per fare”!
By Paolo De TraneQuando avevo circa 11 anni ho inziato ad interessarmi alla fotografia, e a quel tempo, ovviamente, non esistevano le macchine fotografiche digitali, si scattava a pellicola, quindi io rubavo la macchina fotografica al mio babbo, che conprava i rullini, e poi lui li doveva sviluppare!
Ormai da un paio d’anni sono tornato a scattare in analogico abbastanza regolarmente, e mi sono ricordato la bellezza del pensare, sono tornato ad apprezzare, l’attesa, il progetto pima dello scatto, l’incertezza, la possibilità di sbagliare, insomma sono tornato a cercare di capire chi sono, e perche sono qui, quale scopo voglio dare alla mia creatività? Cosa è davvero importante?
Scatare in nalogico ha cambiato e continua a cambiare il mio processo mentale, il mio approccio alle cose e alla vita, è stato e continua ad essere uno strumento intengrante del mio percorso di crescita personale, in un mondo che ti obbliga a fare per essere qualcuno, ti obbliga a rispondere alle sollecitazioni degli altri, alle aspettative, ti obbliga a dipendere da un like per sapere che stai facendo bene, ti obbliga alla ricerca della perfezione ad ogni costo per evitare di non piacere, e invece la vita non è questo grazie a Dio!
A photographer in mission for people is a reader-supported publication.
E a volte dimentico quanto è stata importante e quanto ancora è importante la fotografia per me, per chi sono, per chi voglio essere. Se non lo hai mai fatto, prova, trova una macchina fotografica analogica, esci e scatta 3 foto, solo 3, e poi aspetta, una settimana due settimane, e esci ancora per scattare 3 foto, o forse 5 foto, pensa prima di premere il pulsante di scatto, guarda, vedi, e poi aspetta ancora, fin quando quel rullino finisce, e allora devi aspettare ancora una volta! Porta il rullino a sviluppare, e poi goditi tutti gli errori che hai fatto, impara, cresci, goditi la serenità di sapere che non hai “fatto per essere” ma sei “stato per fare”!