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Ci sono tredici tombe nel cimitero di Dagnoën, alla periferia di Ouagadougou, in Burkina Faso. Sono quelle di Thomas Sankara e i suoi dodici uomini, uccisi nel colpo di stato di Compaoré del 1987.
Nessuno sa esattamente come sia morto Thomas Sankara, ci sono almeno due ricostruzioni del suo omicidio. Certamente la responsabilità, se non materiale almeno politica, è di Blaise Compaoré, suo ex compagno d’armi e successivo presidente del Burkina Faso.
Sankara viene ucciso, oltre che per la sete di potere del suo ex compagno, anche per le sue coraggiose scelte di politica estera: il rifiuto di pagare il debito estero, il tentativo di rendere il Burkina Faso autosufficiente e libero da importazioni forzate, la campagna di prevenzione dell’AIDS attraverso l’utilizzo di contraccettivi sono solo alcune delle misure che prevedeva l’agenda di governo.
Ogni militare senza una formazione politica è un potenziale assassino.Intraprende la carriera militare, e nonostante i governi militari gli chiedano di partecipare al governo per risollevare il consenso, Thomas Sankara è un personaggio scomodo. Viene incarcerato due volte, fino alla liberazione definitiva e alla nomina di presidente dell’Alto Volta il 4 agosto 1983.
Tra le misure messe in campo durante la sua presidenza troviamo il lavoro per far raggiungere alla donna la piena partecipazione alla vita pubblica e governativa, l’abolizione della poligamia e dell’infibulazione, l’attenzione all’ambiente e la lotta contro la desertificazione, la creazione di scuole e
l’aumento dell’alfabetizzazione.
Queste riforme, estremamente innovative per un paese africano degli anni Ottanta, verranno quasi tutte annullate alla morte di Sankara con la salita al potere di Blaise Compaoré.
Se un ribelle spento passa il testimone, siamo pronti a prenderlo?
By zorbaCi sono tredici tombe nel cimitero di Dagnoën, alla periferia di Ouagadougou, in Burkina Faso. Sono quelle di Thomas Sankara e i suoi dodici uomini, uccisi nel colpo di stato di Compaoré del 1987.
Nessuno sa esattamente come sia morto Thomas Sankara, ci sono almeno due ricostruzioni del suo omicidio. Certamente la responsabilità, se non materiale almeno politica, è di Blaise Compaoré, suo ex compagno d’armi e successivo presidente del Burkina Faso.
Sankara viene ucciso, oltre che per la sete di potere del suo ex compagno, anche per le sue coraggiose scelte di politica estera: il rifiuto di pagare il debito estero, il tentativo di rendere il Burkina Faso autosufficiente e libero da importazioni forzate, la campagna di prevenzione dell’AIDS attraverso l’utilizzo di contraccettivi sono solo alcune delle misure che prevedeva l’agenda di governo.
Ogni militare senza una formazione politica è un potenziale assassino.Intraprende la carriera militare, e nonostante i governi militari gli chiedano di partecipare al governo per risollevare il consenso, Thomas Sankara è un personaggio scomodo. Viene incarcerato due volte, fino alla liberazione definitiva e alla nomina di presidente dell’Alto Volta il 4 agosto 1983.
Tra le misure messe in campo durante la sua presidenza troviamo il lavoro per far raggiungere alla donna la piena partecipazione alla vita pubblica e governativa, l’abolizione della poligamia e dell’infibulazione, l’attenzione all’ambiente e la lotta contro la desertificazione, la creazione di scuole e
l’aumento dell’alfabetizzazione.
Queste riforme, estremamente innovative per un paese africano degli anni Ottanta, verranno quasi tutte annullate alla morte di Sankara con la salita al potere di Blaise Compaoré.
Se un ribelle spento passa il testimone, siamo pronti a prenderlo?