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Il 22 Novembre 1975 a Roma c’è una grossa manifestazione che sfila per le strade. L’obiettivo del corteo è quello di chiedere allo Stato Italiano di riconoscere la Repubblica Popolare dell’Angola, che si è appena liberata dal colonialismo portoghese.
All’altezza di Via Labicana una decina di manifestanti si staccano per compiere un’azione dimostrativa contro l’Ambasciata dello Zaire in Via Labicana, regime che sta aggredendo attivamente l’Angola.
Arrivati in Largo Mecenate, al gruppo sembra di essere caduti in trappola. Un folto gruppo polizia li sta aspettando e appena li vede urla “Eccoli”. E comincia a sparare ad altezza uomo.
Il gruppo lancia alcune molotov per coprirsi la fuga e comincia a correre. Nonostante si stiano allontanando, la polizia continua a sparare, come se fosse il tiro al bersaglio.
Due giovani vengono colpiti di striscio alla testa ma riescono a non fermarsi e fuggono. Uno di loro, Fabio Agostini, curato fuori dalle strutture pubbliche per evitare l’arresto, si suiciderà due anni dopo, nel Settembre del 1977.
Un terzo ragazzo non è così fortunato. Crolla a terra colpito alla schiena. È un militante di Lotta Continua, frequenta l’ITIS Armellini e ha 18 anni. Si chiama Piero Bruno
L’omicidio di Piero Bruno è figlio della Legge Reale, e grazie a questa norma resterà impunito.
Nessuno dei membri delle forze dell’ordine presenti, agli ordini del vicequestore Ignazio Lo Coco, verrà arrestato.
Ci risentiamo alle 8:00 di Lunedì prossimo.
By zorbaIl 22 Novembre 1975 a Roma c’è una grossa manifestazione che sfila per le strade. L’obiettivo del corteo è quello di chiedere allo Stato Italiano di riconoscere la Repubblica Popolare dell’Angola, che si è appena liberata dal colonialismo portoghese.
All’altezza di Via Labicana una decina di manifestanti si staccano per compiere un’azione dimostrativa contro l’Ambasciata dello Zaire in Via Labicana, regime che sta aggredendo attivamente l’Angola.
Arrivati in Largo Mecenate, al gruppo sembra di essere caduti in trappola. Un folto gruppo polizia li sta aspettando e appena li vede urla “Eccoli”. E comincia a sparare ad altezza uomo.
Il gruppo lancia alcune molotov per coprirsi la fuga e comincia a correre. Nonostante si stiano allontanando, la polizia continua a sparare, come se fosse il tiro al bersaglio.
Due giovani vengono colpiti di striscio alla testa ma riescono a non fermarsi e fuggono. Uno di loro, Fabio Agostini, curato fuori dalle strutture pubbliche per evitare l’arresto, si suiciderà due anni dopo, nel Settembre del 1977.
Un terzo ragazzo non è così fortunato. Crolla a terra colpito alla schiena. È un militante di Lotta Continua, frequenta l’ITIS Armellini e ha 18 anni. Si chiama Piero Bruno
L’omicidio di Piero Bruno è figlio della Legge Reale, e grazie a questa norma resterà impunito.
Nessuno dei membri delle forze dell’ordine presenti, agli ordini del vicequestore Ignazio Lo Coco, verrà arrestato.
Ci risentiamo alle 8:00 di Lunedì prossimo.