La nascita e lo sviluppo della resistenza in val Po e val Luserna hanno avuto una protagonista e testimone d’eccezione in Aurelia Oreglia d'Isola, per tutti Leletta, figlia del barone Vittorio Oreglia d'Isola e della contessa Caterina Malingri di Bagnolo. Naturalmente antifascista come tutta la famiglia, Leletta si attivò nel sostegno alla popolazione vessata dalle squadre nazifasciste e nella attività clandestina a fianco dei partigiani, che trovarono sempre nella dimora di famiglia un rifugio sicuro e un momento di pace e di ristoro. In quei giorni, appena diciassettenne, Leletta ebbe un compagno fedele: un diario, dei “quaderni nascosti” che le capitò talvolta di dimenticare di nascondere, con grande pericolo per sé, per la famiglia, per i partigiani e per tutti coloro che si erano sotto varie spoglie rifugiati in quella casa che dichiarava di essere «una porta aperta, una mano amica». Parte del diario è stata pubblicata dalla Società Editrice Internazionale sotto il titolo “ I quaderni nascosti. Cronache di una giovane partigiana”, e da Franco Angeli sotto il titolo “Il diario di Leletta. Lettera a Barbato e cronache partigiane dal 1943 al 1945”, dalla quale ultima edizione sono tratte le letture sparse che seguono.