Eran venuti su per la buja, erta scaletta di legno; su, in silenzio, quasi di furto, piano piano. Il professor Carmelo Sabato - tozzo pingue calvo - con in braccio, come un bamboccetto in fasce, un grosso fiasco di vino. Il professor Lamella, antico alunno del Sabato, con due bottiglie di birra, una per mano.
E da piú d'un'ora, su l'alta terrazza sui tetti, irta di comignoli, di fumajoli di stufe, di tubi d'acqua, sotto lo sfavillío fitto, continuo delle stelle che pungevano il cielo senz'allargar le tenebre della notte profonda, conversavano. E bevevano. [...]