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Traduzione in italiano di Lucia Anastasi dall’essay originale di Paul Graham "Alien Truth" [Ottobre 2022].
Se esistessero esseri intelligenti altrove nell'universo, condividerebbero con noi alcune verità. Le verità della matematica sarebbero le stesse, perché sono vere per definizione. Idem per le verità della fisica; la massa di un atomo di carbonio sarebbe la stessa sul loro pianeta. Ma credo che condivideremmo con gli alieni altre verità oltre a quelle della matematica e della fisica, e che varrebbe la pena di pensare a quali potrebbero essere.
Per esempio, credo che condivideremmo il principio secondo cui un esperimento controllato per verificare un'ipotesi ci autorizza a credere proporzionalmente di più in essa. Sembra anche abbastanza probabile che per gli alieni sia vero che si può migliorare in qualcosa facendo pratica. Probabilmente condividiamo il rasoio di Occam. Non sembra esserci nulla di esclusivamente umano in nessuna di queste idee.
Possiamo solo fare delle ipotesi, naturalmente. Non possiamo dire con certezza quali forme potrebbero assumere altri esseri viventi intelligenti. Non è nemmeno il mio obiettivo esplorare questa questione, per quanto interessante. Il punto di forza dell'idea di verità aliena non è che ci dà modo di speculare su quali forme potrebbe assumere la vita intelligente, ma che ci dà una soglia, o più precisamente un obiettivo, per la verità. Se si cerca di trovare le verità più generali, a parte quelle della matematica o della fisica, allora presumibilmente saranno quelle che condividiamo con altre forme di vita intelligente.
La verità aliena funzionerà meglio come euristica se si tende a privilegiare la generosità. Se un'idea può essere plausibilmente rilevante per gli alieni, è sufficiente. La giustizia, per esempio. Non scommetterei che tutti gli esseri intelligenti capiscano il concetto di giustizia, ma non scommetterei nemmeno contro.
L'idea della verità aliena è legata all'idea di Erdos del libro di Dio. Lui era solito descrivere una prova particolarmente buona come una che fosse contenuta nel libro di Dio, con l'implicazione (a) che una prova sufficientemente buona era da scoprire più che da inventare, e (b) che la sua bontà sarebbe stata universalmente riconosciuta. Se esiste una verità aliena, allora nel libro di Dio c'è molto di più della matematica.
Come dovremmo chiamare la ricerca della verità aliena? La scelta più ovvia è "filosofia". Qualunque altra cosa comprenda la filosofia, probabilmente dovrebbe includere questo. Sono abbastanza sicuro che Aristotele l'avrebbe pensata così. Si potrebbe persino sostenere che la ricerca della verità aliena sia, se non una descrizione accurata della filosofia, una buona definizione della stessa. Vale a dire che è ciò che le persone che si definiscono filosofi dovrebbero fare, che lo facciano o meno. Ma non sono fissato su questo punto: ciò che conta è fare, non come lo chiamiamo.
Un giorno potremmo avere tra noi qualcosa di simile alla vita aliena, sotto forma di IA. E questo potrebbe a sua volta permetterci di essere precisi su quali verità un essere intelligente potrebbe condividere con noi. Potremmo scoprire, ad esempio, che è impossibile creare qualcosa che consideriamo intelligente che non usi il rasoio di Occam. Un giorno potremmo anche essere in grado di dimostrarlo. Ma anche se questo tipo di ricerca sarebbe molto interessante, non è necessaria per i nostri scopi, e nemmeno nello stesso campo; l'obiettivo della filosofia, se vogliamo chiamarla così, sarebbe quello di vedere quali idee ci vengono in mente usando la verità aliena come obiettivo, non di dire con precisione dove si trova la sua soglia. Queste due istanze potrebbero un giorno convergere, ma da direzioni molto diverse, e finché non lo faranno, sarebbe troppo vincolante limitarsi a pensare solo a cose che siamo certi essere verità aliene. Soprattutto perché questo sarà probabilmente uno di quei settori in cui le ipotesi migliori si riveleranno sorprendentemente vicine all'optimum. (Vediamo se questo accade).
Comunque lo si chiami, il tentativo di scoprire verità aliene sarebbe un'impresa degna di nota. E, curiosamente, questa è probabilmente una verità aliena.
Grazie a Trevor Blackwell, Greg Brockman, Patrick Collison, Robert Morris e Michael Nielsen per aver letto le bozze di questo essay.
Traduzione in italiano di Lucia Anastasi dall’essay originale di Paul Graham "Alien Truth" [Ottobre 2022].
Se esistessero esseri intelligenti altrove nell'universo, condividerebbero con noi alcune verità. Le verità della matematica sarebbero le stesse, perché sono vere per definizione. Idem per le verità della fisica; la massa di un atomo di carbonio sarebbe la stessa sul loro pianeta. Ma credo che condivideremmo con gli alieni altre verità oltre a quelle della matematica e della fisica, e che varrebbe la pena di pensare a quali potrebbero essere.
Per esempio, credo che condivideremmo il principio secondo cui un esperimento controllato per verificare un'ipotesi ci autorizza a credere proporzionalmente di più in essa. Sembra anche abbastanza probabile che per gli alieni sia vero che si può migliorare in qualcosa facendo pratica. Probabilmente condividiamo il rasoio di Occam. Non sembra esserci nulla di esclusivamente umano in nessuna di queste idee.
Possiamo solo fare delle ipotesi, naturalmente. Non possiamo dire con certezza quali forme potrebbero assumere altri esseri viventi intelligenti. Non è nemmeno il mio obiettivo esplorare questa questione, per quanto interessante. Il punto di forza dell'idea di verità aliena non è che ci dà modo di speculare su quali forme potrebbe assumere la vita intelligente, ma che ci dà una soglia, o più precisamente un obiettivo, per la verità. Se si cerca di trovare le verità più generali, a parte quelle della matematica o della fisica, allora presumibilmente saranno quelle che condividiamo con altre forme di vita intelligente.
La verità aliena funzionerà meglio come euristica se si tende a privilegiare la generosità. Se un'idea può essere plausibilmente rilevante per gli alieni, è sufficiente. La giustizia, per esempio. Non scommetterei che tutti gli esseri intelligenti capiscano il concetto di giustizia, ma non scommetterei nemmeno contro.
L'idea della verità aliena è legata all'idea di Erdos del libro di Dio. Lui era solito descrivere una prova particolarmente buona come una che fosse contenuta nel libro di Dio, con l'implicazione (a) che una prova sufficientemente buona era da scoprire più che da inventare, e (b) che la sua bontà sarebbe stata universalmente riconosciuta. Se esiste una verità aliena, allora nel libro di Dio c'è molto di più della matematica.
Come dovremmo chiamare la ricerca della verità aliena? La scelta più ovvia è "filosofia". Qualunque altra cosa comprenda la filosofia, probabilmente dovrebbe includere questo. Sono abbastanza sicuro che Aristotele l'avrebbe pensata così. Si potrebbe persino sostenere che la ricerca della verità aliena sia, se non una descrizione accurata della filosofia, una buona definizione della stessa. Vale a dire che è ciò che le persone che si definiscono filosofi dovrebbero fare, che lo facciano o meno. Ma non sono fissato su questo punto: ciò che conta è fare, non come lo chiamiamo.
Un giorno potremmo avere tra noi qualcosa di simile alla vita aliena, sotto forma di IA. E questo potrebbe a sua volta permetterci di essere precisi su quali verità un essere intelligente potrebbe condividere con noi. Potremmo scoprire, ad esempio, che è impossibile creare qualcosa che consideriamo intelligente che non usi il rasoio di Occam. Un giorno potremmo anche essere in grado di dimostrarlo. Ma anche se questo tipo di ricerca sarebbe molto interessante, non è necessaria per i nostri scopi, e nemmeno nello stesso campo; l'obiettivo della filosofia, se vogliamo chiamarla così, sarebbe quello di vedere quali idee ci vengono in mente usando la verità aliena come obiettivo, non di dire con precisione dove si trova la sua soglia. Queste due istanze potrebbero un giorno convergere, ma da direzioni molto diverse, e finché non lo faranno, sarebbe troppo vincolante limitarsi a pensare solo a cose che siamo certi essere verità aliene. Soprattutto perché questo sarà probabilmente uno di quei settori in cui le ipotesi migliori si riveleranno sorprendentemente vicine all'optimum. (Vediamo se questo accade).
Comunque lo si chiami, il tentativo di scoprire verità aliene sarebbe un'impresa degna di nota. E, curiosamente, questa è probabilmente una verità aliena.
Grazie a Trevor Blackwell, Greg Brockman, Patrick Collison, Robert Morris e Michael Nielsen per aver letto le bozze di questo essay.