Via le donne dagli uffici, che lascino il posto agli smobilitati. Riceviamo e volentieri pubblichiamo: «Siamo finalmente sulla buona via: negli uffici per le pensioni di guerra ed in quello di Annona a Roma, il ministero ha incominciato a spazzar via moltissime signorine che si erano fatte degli uffici una comoda nicchia per rallegrare gli ozii di innumerevoli commendatori a riposo sperperatori del pubblico denaro, e la cui opera era semplicemente negativa. Quasi tutte queste eleganti e raffinate creatrici di moda hanno fatto cattiva prova fuori delle pareti domestiche, e hanno portato negli uffici i loro mali costumi, e proprio su queste si è manifestata la colpevole indulgenza degli uomini che non hanno saputo eliminare tanto corrotto contagio, e sono proprio queste che devono cedere il loro posto agli smobilitati. Per molte di queste l'ufficio era divenuto il salotto mondano in cui spandevano grazie e profumi agli adoratori. Per queste non devesi ancora attendere a prendere gli opportuni provvedimenti; come per le maritate che han dovuto trascurare i doveri di madri per servire in ufficio, rendendo poco o nulla. Torino tutte costoro ai domestici focolari e si renderanno più proficue alla società e a loro stesse, e cedano il posto a coloro che 5 anni di dolori, di sacrifici inauditi hanno ridotto di tanto la loro capacità produttiva. Essi sono il simbolo vivente della Patria dolorante, ed hanno tutto il diritto alla pietà e ad ogni affettuoso conforto, e reclamano giustizia essi che hanno visto e sopportato tante iniquità. Alcuni reduci».
(La Gazzetta sociale, anno 1o, n. 1, Macerata, 15 agosto).