“La Regione sta lavorando su tre filoni, il primo di questi è la presentazione di una norma di legge con cui potremo intervenire sulle spese legali a favore di soggetti del mondo del volontariato di Protezione civile, ma anche dei sindaci, in caso di soccombenza; il secondo filone riguarda l’intervento di stralcio del decreto 81/2008; l’ultimo tema, che non è di competenza dell’Amministrazione regionale ma che condividiamo, riguarda l’intenzione annunciata dal ministro della Giustizia Nordio agli Stati generali della Protezione civile di intervento di modifica del diritto penale, con la revisione del concetto di responsabilità e colpa per gli operatori di sicurezza, forze di Polizia e volontari di Protezione civile”.
Lo ha affermato l’assessore regionale alla Protezione civile Riccardo Riccardi al termine della convocazione straordinaria dei sindaci dei Comuni del Friuli Venezia Giulia, dei coordinatori dei Gruppi comunali e dei presidenti delle associazioni di volontariato di Protezione civile, per illustrare le iniziative di supporto ai volontari e per incidere anche retroattivamente sul caso del sindaco di Preone Andrea Martinis, rinviato a giudizio per omicidio colposo, così come il locale coordinatore della protezione civile Renato Valent, per la morte del volontario Giuseppe De Paoli avvenuta il 29 luglio del 2023 durante un’attività di monitoraggio del territorio.
L’incontro si è tenuto nell’auditorium Comelli della Regione a Udine, alla presenza dei vertici dell’Avvocatura e della Protezione civile regionale.
La norma a cui sta lavorando l’Avvocatura della Regione, e che nelle intenzioni andrà al vaglio dell’Aula nella legge multisettoriale a maggio, ha come finalità un percorso di garanzia per il rimborso delle spese legali, per evitare che i volontari della Protezione civile rischino il proprio patrimonio personale se interessati da procedimenti.
Oltre ai quesiti più puntuali dei volontari e dei rappresentanti dei gruppi, in sala si è registrata la posizione dei sindaci, che attraverso i vertici Anci, ha illustrato un documento unitario in cui i primi cittadini hanno dichiarato di voler sospendere le attività di Pc nei propri comuni fino all’entrata in vigore delle norme di tutela.
Richiamando all’unitarietà e alla medesima finalità di scopo, Riccardi ha considerato il blocco delle attività “una misura comprensibile” e la posizione “espressa con grande responsabilità”, ma ha aggiunto che “di fronte a una misura di questo genere vanno declinate le diverse fattispecie che si possono verificare: se ci trovassimo di fronte a situazioni straordinariamente rilevanti e di emergenza la riconsiderazione di questo blocco – ha puntualizzato l’assessore – andrebbe fatta. Altra cosa sono le attività più ordinarie”.
Riccardi in sala ha toccato l’esempio dell’organizzazione del Giro d’Italia. “Se il sistema di Protezione civile si blocca credo che sarà difficile portarlo avanti, ma su questo ragioneremo: altra cosa sono emergenze straordinarie”.
Oggi la Regione avrà una riunione tecnica con il Dipartimento nazionale di Protezione civile con tema l’intervento sullo stralcio del decreto legislativo 81/2008, il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, che attualmente si applica anche alle attività di volontariato di Protezione Civile con modalità specifiche.
“La norma dovrà essere vagliata dalla Commissione degli assessori di Protezione civile, poi dai presidenti di Regione e infine approderà a Palazzo Chigi: il Friuli Venezia Giulia si sta spendendo da settimane in questa direzione e saremo molto contenti se tutti si unissero a questa azione che sfocerà in una relazione al Dipartimento di tutte le Regioni e Protezioni civili d’Italia, indipendentemente dalle appartenenze”.
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