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Dopo la Sonata op.57, la celebre “Appassionata”, abbiamo una battuta d’arresto di circa quattro anni nella successione delle sonate: e quando questa riprenderà ci troveremo di nuovo davanti ad una concezione di questa forma fortemente rinnovata. Ma in questo periodo non si interrompe l’interesse di Beethoven per il pianoforte: il 1806 vede nascere due importanti lavori che hanno il pianoforte come protagonista: le 32 Variazioni in do minore – ancora la tonalità fatidica della Patetica, del Terzo Concerto, dell’ouverture Coriolano e di lì a poco della Quinta Sinfonia – e il Quarto Concerto per pianoforte e orchestra, opera quest’ultima dalla tinta ben diversa rispetto al precedente concerto.
By Rete Toscana ClassicaDopo la Sonata op.57, la celebre “Appassionata”, abbiamo una battuta d’arresto di circa quattro anni nella successione delle sonate: e quando questa riprenderà ci troveremo di nuovo davanti ad una concezione di questa forma fortemente rinnovata. Ma in questo periodo non si interrompe l’interesse di Beethoven per il pianoforte: il 1806 vede nascere due importanti lavori che hanno il pianoforte come protagonista: le 32 Variazioni in do minore – ancora la tonalità fatidica della Patetica, del Terzo Concerto, dell’ouverture Coriolano e di lì a poco della Quinta Sinfonia – e il Quarto Concerto per pianoforte e orchestra, opera quest’ultima dalla tinta ben diversa rispetto al precedente concerto.