Mario Fantin si dedicò all’esplorazione del pianeta e dei suoi luoghi più ostili. Fondò il CISDAE, si barricò in uno studio, catalogò e iniziò quello che definì “alpinismo da scrivania”. Fece di tutto per la memoria rimanendo nell’ombra fin quando, ad uno dei ritrovi con i compagni del K2, alcuni notarono un atteggiamento diverso dal solito. Era spento, taciturno, silenzioso, immerso nei pensieri e in un male che lo aveva cominciato a divorare dall’interno. La depressione lo aveva preso in ostaggio e, a causa di un furto subito tra le mura del suo studio, precipitò sempre più a fondo. Nel 1980 decise di mettere fine alla sua esistenza.
Se ne andò in silenzio. Aveva fatto il lavoro sporco, dedicando il suo presente al passato di altri. Come un fantasma non fece rumore. Come un fantasma era e rimase per anni un invisibile.
Scritto e registrato da Sebastiao Frollo e Saverio Mariani
Il libro di Saverio Mariani -
"La spedizione italiana al K2. Italia-Karakorum 1954"Contatti:
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