Mauro Biglino ripercorre i testi senza filtri teologici e pone alcune semplici domande: se il “peccato originale” non c’è, il Cristo della teologia perché è stato mandato? Il Nuovo Testamento regge solo se l’Antico contiene certe premesse; se saltano il “Dio Padre” e la colpa originaria, salta anche il “mandato” del Cristo teologico. L'autore rilegge fonti scomode: Celso (Discorso vero) che riferisce di “molti altri come Gesù” persino in gruppi numerosi; Giustino Martire (Apologia) che dice all’imperatore: “Il nostro è come i vostri figli di Zeus”. Entra poi nel nodo Gabriele/“kecharitōmenē”: cosa significa davvero quel participio? E perché negli apocrifi Giuseppe teme che Maria sia stata ingannata da “uno che si fa passare per un altro”? Passiamo da Genesi 6 ai “gibborim” (eroi mezzosangue), fino alla Nuova Enciclopedia Cattolica che ammette i limiti storici dei racconti pasquali. Mauro Biglino non chiede certo agli ascoltatori di “credere”: invita anzi a leggere e ragionare con pensiero autonomo. Se questo discorso vi risulterà utile, usatelo; altrimenti, cestinatelo.

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