Nel libro di Giosuè si sviluppa uno degli episodi più discussi di tutta la Bibbia: il momento in cui Giosuè ordina al sole di fermarsi nel cielo e alla luna di restare immobile sulla valle di Aialon. Un evento considerato impossibile, perché implicherebbe la sospensione delle leggi della natura. Per secoli, questo passo è stato interpretato come un miracolo o invece deriso come mera leggenda. In questo video, Mauro Biglino analizza il testo nel suo contesto storico, geografico e linguistico, mostrando come la Bibbia non parli affatto di un blocco dei corpi celesti, ma di un fenomeno naturale. Il racconto, letto nella lingua originale, rivela un significato molto diverso: il verbo ebraico damam non indica “fermati”, ma “taci, cessare l’attività”. Giosuè non avrebbe quindi chiesto al sole di arrestarsi nel cielo, ma di “smettere di scaldare”, invocando un momentaneo oscuramento dovuto a una tempesta. Dalla stessa Bibbia, nel libro di Abacuc, emergono descrizioni che confermano questa lettura: un uragano, grandine e oscuramento del sole e della luna. Tutto converge verso un’unica spiegazione: non un miracolo, ma una tempesta reale che portò refrigerio all’esercito di Giosuè e distrusse quello nemico con una pioggia di grandine. Un’analisi filologica e coerente che riporta il racconto al suo significato originario: il sole non si è fermato, ha semplicemente “taciuto”.
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