La caccia al camoscio prevedeva un’azione corale e collettiva, praticando delle sorte di sbarramenti per terrorizzare gli animali che - prima o poi - sarebbero stati impallinati da qualche fucile. Franco Miotto invece si muoveva da solo, passava dove passavano i camosci, si appostava per giorni se necessario, poi premeva il grilletto. Era piuttosto raro che sbagliasse il tiro. Aveva un fucile con componentistica tedesca, molto affidabile e preciso, recuperato in un’armeria di Bolzano. Era un cecchino. Nel vero senso della parola. A 22 anni, durante il servizio militare al centro di paracadutismo di Viterbo, Franco era stato riconosciuto come il miglior tiratore in diverse esercitazioni. La pistola Winchester era dotazione comune, il fucile di precisione Enfield no. Quello se lo aggiudicò meritocraticamente.

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Crediti immagine: https://www.montagna.tv/168378/se-ne-andato-franco-miotto-luomo-del-burel-e-dei-viaz/

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