Creuza de mä, il podcast

'A pittima - Crêuza de mä, il podcast


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La cornice è ancora Genova e i colori usati per dipingere il quadro di Creuza de Ma sono sempre gli idiomi locali la cui bellezza, come ricorda lo stesso De André, è la loro mobilità.

Nell’antica repubblica marinara, la “Pittima” era la figura alla quale i cittadini si rivolgevano privatamente per far esigere i crediti dai pagatori insolventi. Per questo, ancora oggi, viene utilizzato lo stesso termine per descrivere una persona noiosa e pedante.

Anche stavolta, lo sguardo di De André non si posa sulla maggioranza o sulle maggioranze, ma scruta attento i motivi che si celano dietro questa scelta lavorativa. In questo caso, l’emarginazione sociale vissuta e sperimentata dal protagonista è dovuta alle carenze fisiche che vengono raccontate nella prima strofa della canzone. In realtà un vero e proprio aspetto sgradevole tale da apparentarlo allo iettatore napoletano, portatore di sfortune, agli occhi degli altri.

Cosa ci posso fare se non ho le braccia per fare il marinaio / se in fondo alle braccia non ho le mani del muratore.

A questo proposito va citata una canzone bretone del ‘400 che secondo alcuni rappresenta la fonte di ispirazione di tutta la vicenda.

Io non andrò mai a pescare perché sono un po’ zoppo, questo non m’impedisce di amare il mare come i miei vecchi.

A gettare maggior luce sulla figura è lo stesso Fabrizio che si esprime a riguardo dicendo: “Ho immaginato la mia Pittima come un uccello che non riesce ad aprire le ali ed è destinato a nutrirsi dei rifiuti dei volatili da cortile.

La Pittima ricorda a se stesso e agli altri i motivi che l’hanno portato lì, puntando il dito contro la poca generosità riservatagli dalla natura. Un destino sgarbato che non concede sconti.

Eppure lavora operando in mezzo alla gente così da scuotere le coscienze facendo leva su un senso di vergogna. L’umanità viene fuori solo verso la fine del brano, quando la Pittima esprime la voglia di contribuire economicamente quando la situazione finanziaria del creditore si mostra disastrosa.

Musicalmente, ancora una volta, a dominare la scena ci sono gli strumenti etnici bouzuki e percussioni, con la presenza melodica dei fiati. Una musica che sa quasi di recupero della dignità del protagonista, nonostante il destino gli abbia riservato una vita da pittima.

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Curato da Lucia Lamboglia e con la voce di Simona Atzori.

Per la bibilografia cliccare qui: ⁠⁠⁠https://deand.re/podcast/creuza-de-ma/⁠

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Creuza de mä, il podcastBy FaberDeAndre.Com