La bandiera è un simbolo: guardandola, i cittadini si riconoscono come appartenenti a una comunità, la pluralità si riconosce come parte di una unità. L’Italia, come unità, è connotata dai primi undici articoli; quindi, chi offende la bandiera rifiuta i principi fondamentali della Costituzione e tale comportamento costituisce un reato.

L’articolo 11 si occupa della guerra e della pace: non esprime una posizione pacifista perché ripudiata è la sola guerra di offesa, mentre non è esclusa la guerra difensiva. Per difendere la pace, l’Italia è disposta a cedere parte della propria sovranità a favore di organizzazioni internazionali che devono avere finalità definite: libertà, pace e giustizia.

Tutela gli stranieri che hanno il diritto al rispetto della loro dignità: le leggi dello Stato devono difenderli secondo i principi del diritto internazionale. Inoltre, gli stranieri hanno diritto all’accoglienza quando nel loro Paese di origine mancano le condizioni per la sopravvivenza.
Oggi, di fronte a movimenti di massa, l’accoglienza dignitosa è problematica.

L’articolo 9 pone a carico della Repubblica l’obbligo di tutelare sia la natura (il paesaggio e l’ambiente) sia la cultura (il patrimonio storico e artistico). La tutela dell’ambiente è quindi doppiamente sottolineata, perché la cultura è la coltivazione della società attraverso la formazione dei cittadini, ma anche la custodia dei valori tradizionali e, quindi, dell’ambiente.

Gli articoli 7 e 8 disciplinano il fenomeno religioso rispetto ai diritti dei singoli (nessuna Chiesa può imporre ai suoi fedeli determinati comportamenti) e rispetto al potere politico (si affermano i diritti delle Chiese nel rispetto del principio di laicità dello Stato). I rapporti dello Stato con la religione cattolica, la più diffusa in Italia, sono disciplinati dal Concordato.

Poiché la nostra identità è definita anche dalla lingua, che è lo strumento con cui comunichiamo e quindi formiamo comunità, l’articolo 6, in sintonia con l’articolo 5, tutela le minoranze linguistiche. La Costituzione, in questo modo, segna una distanza radicale dai regimi totalitari, che reprimono le lingue particolari.

L’articolo 5 affronta il tema delle autonomie, stabilendo una struttura dello Stato non centralistica, in cui l’unità è assicurata da poteri decentrati, tenuti insieme dalla comune responsabilità verso l’unità nazionale. Su alcune materie il Governo centrale ha una competenza esclusiva, ma a tale potere deve corrispondere solidarietà da parte dei poteri locali.

L’articolo 4, che si ricollega all’articolo 1, affronta il tema del lavoro, stabilendo che esso è sia un diritto, sia un dovere; richiede che vengano attuate politiche per creare occasioni di lavoro che possano concorrere a realizzare la piena occupazione. In realtà, lo sviluppo capitalistico ha favorito la disoccupazione.

Le persone sono tutte diverse tra loro, e questa diversità è una ricchezza perché senza di essa non ci sarebbe il dibattito, il confronto, da cui scaturisce l’opportunità di percorrere strade nuove nella storia dell’umanità. Questa diversità, però, non deve entrare in contrasto
con la giustizia

L’articolo 2 esprime una visione unitaria dell’umanità attraverso i diritti. Per definire la posizione che i singoli cittadini occupano nella società, riconosce diritti inviolabili, che non possono essere modificati neppure da una legge costituzionale, e doveri inderogabili, stabiliti per impedire che i più forti utilizzino i diritti a danno dei più deboli.