In un’epoca in cui l’innovazione spesso rincorre l’efficienza dimenticando il senso, questa storia ci invita a riscoprire la fabbrica come spazio umano prima che produttivo. Un luogo che può tornare a essere centro di relazioni, cultura e visione, dove l’architettura industriale non è solo contenitore di processi ma espressione di un pensiero evoluto sul lavoro, sulla persona e sulla tecnologia. Nel cuore di questo racconto c’è Camillo Olivetti, ingegnere e imprenditore, che si forma negli Stati Uniti e rimane affascinato dalla cultura tecnologica di Edison. Tornato in Italia, fonda nel 1908 la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere, ispirandosi a un modello industriale che valorizza la relazione tra territorio, persone e innovazione. Durante la Prima Guerra Mondiale si distingue per l’investimento in ricerca e sviluppo al servizio del Paese, rifiutando ogni logica speculativa. Trasmetterà questa visione ai figli, dando origine a un modello d’impresa “a misura d’uomo”, basato sul rispetto per le persone e sulla fiducia nella tecnologia come leva per il progresso sociale. In questo episodio di Anime Innovative, il podcast di Anima e Kairos, ascoltiamo Matteo Olivetti, architetto e discendente diretto di Camillo, che oggi raccoglie questa eredità per rimettere al centro la persona nella progettazione degli spazi produttivi. Un dialogo tra memoria e futuro, in cui l’intelligenza artificiale incontra la storia industriale per restituire senso ai luoghi del lavoro. Un invito a ridisegnare la fabbrica, immaginandola come una comunità, non solo come un processo.