Il podcast di don Andres Bergamini

Anniversari Omelia V domenica di Pasqua C 2025 BVI.m4a


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Oggi mi sento chiamato in modo speciale da queste parole del Vangelo: «Vi do un comandamento nuovo». È singolare ascoltare questo annuncio proprio mentre celebriamo anniversari importanti di matrimonio. Come se Gesù stesso ci stesse dicendo: “Questo comandamento è per voi, oggi”. Ed è davvero così. Il Signore ci fa un dono prezioso: ci chiede di amarci gli uni gli altri come Lui ci ha amati.

Questo amore è qualcosa di unico, nuovo, decisivo. È la chiave della nostra vita di discepoli, della nostra vita di coppia. È un amore che va rinnovato ogni giorno, perché anche noi cambiamo nel tempo. Non siamo più quelli di venticinque, trenta, sessant'anni fa. Siamo diversi, ma l'amore – sebbene più essenziale, più semplice – rimane da vivere, ricevere e donare ogni giorno.

Un Comandamento Donato nel Dolore

Quello che mi colpisce profondamente è il contesto in cui Gesù pronuncia questo comandamento. Non è un momento trionfale, non è la gloria della Risurrezione. È durante la lavanda dei piedi, nel Cenacolo, nel capitolo tredici del Vangelo di Giovanni. Gesù, inchinandosi come un servo, lava i piedi ai discepoli, li purifica, li accoglie.

E tra quei discepoli c’era anche Giuda. Sì, proprio lui, il traditore. Eppure, anche a lui Gesù ha lavato i piedi. Lo ha amato. Quando poi Giuda esce dal Cenacolo, Gesù è turbato, addolorato. Sta per essere tradito. Eppure, in quel momento Gesù non si chiude, non si difende. Dà ai suoi discepoli – a me, a noi – il comandamento più prezioso: «Amatevi come io vi ho amati».

Un Amore che Va Oltre il Tradimento

Gesù conosce il cuore dei suoi amici. Sa che Giuda lo tradirà, sa che Pietro lo rinnegherà. Sa che gli altri fuggiranno. Ma questo non lo ferma. Lui dona lo stesso un amore totale, un amore che perdona, che si china, che lava. È questo amore che mi chiede di vivere.

E questo è un passo oltre il grande comandamento antico – amare Dio e il prossimo come se stessi. Qui c’è di più: amare come Cristo ci ha amati. Un amore che accoglie l’inadeguatezza, che non si spaventa della nostra fragilità, che non chiede perfezione ma disponibilità.

La Gloria di Dio Attraverso l’Amore

E capisco allora che questo amore non è per la mia gloria, per dire quanto siamo stati bravi a rimanere insieme tanti anni. È per la gloria di Dio. Gesù dice: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato». Il suo amore donato fino alla croce è ciò che rende gloria al Padre.

Allora anche il nostro amore – quello quotidiano, imperfetto ma sincero – può glorificare Dio. Ogni gesto di cura, di perdono, di attenzione reciproca, è una lode a Dio. E non è poco: è la cosa più bella che possiamo fare per Lui.

Un Amore Visibile, Concreto, Presente

Gesù aggiunge: «Da questo sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri». È così che il mondo riconosce i discepoli di Gesù: dall’amore visibile, concreto. Nei nostri gesti quotidiani – uno sguardo, una mano tesa, una parola gentile – si manifesta la presenza del Signore.

E non è un amore da rimandare: è un amore da vivere ora. Ora che il tempo si fa breve, ora che ogni istante può essere occasione di incontro, di dono. È attraverso questo amore reciproco che Dio continua ad amare il mondo. Come dice Santa Teresina: è tramite l’amore delle persone che Dio ci ama.

Un Amore Che Apre Le Porte

Questo amore non resta chiuso nella coppia o nella famiglia. È un amore che apre le porte, che spalanca la fede agli altri. Come Paolo e Barnaba che attraversano villaggi e città per annunciare il Vangelo, anche noi possiamo aprire porte – verso Dio, verso la speranza – ai nostri figli, ai colleghi, ai vicini di casa.

Ogni gesto d’amore è una porta aperta sul mistero di Dio. È una possibilità offerta a chi ci incontra di intravedere un orizzonte più grande, un significato più profondo della vita.

Un Anticipo della Gerusalemme Celeste

Infine, questo amore è profezia del futuro. Come ci dice l’Apocalisse, la Gerusalemme celeste è come una sposa pronta per il suo sposo. È Dio che abita in mezzo a noi. Ogni coppia che si ama, ogni comunità che vive questo comandamento, diventa segno di questa presenza eterna.

È meraviglioso pensare che il nostro volerci bene è già parte della pienezza futura, è un anticipo di quel tempo in cui «non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno». Vivere il comandamento dell’amore oggi significa già abitare, in parte, quella promessa.

Conclusione: Grazie, Signore, per l’Amore

Allora oggi voglio ringraziare il Signore per questo comandamento nuovo. Perché me lo ha consegnato. Perché mi dà la possibilità di viverlo ogni giorno. Voglio ringraziare per tutti gli anni passati insieme e per quelli che ancora ci donerà.

Non voglio indietreggiare su questo cammino. Voglio mettere tutte le mie energie – come ha fatto Gesù sulla croce – per amare, per servire, per donarmi. Perché solo così posso dire di essere suo discepolo.

«Un comandamento nuovo do a voi: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati». Questo è il cuore di tutto. E oggi lo voglio accogliere, custodire e vivere.
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Il podcast di don Andres BergaminiBy Andres Bergamini