Herbie Hancock è una delle figure più influenti e innovative nel panorama del jazz moderno. Con una carriera che abbraccia diversi decenni e stili musicali, Hancock ha contribuito a ridefinire il linguaggio del jazz, portando la sua musica dall’acustico all’elettrico, dalla tradizione alla sperimentazione più radicale.
Nel racconto di Emanuele Sartoris, seguiamo l’incredibile percorso artistico di Hancock, dalle sue prime esperienze come pianista, quando da giovane fu accolto nel leggendario quintetto di Miles Davis, fino alla sua trasformazione in un pioniere del jazz elettronico. La sua capacità di mescolare la tecnica classica con l’improvvisazione più libera lo ha reso un punto di riferimento non solo per il jazz, ma anche per la musica popolare e sperimentale.
Sartoris esplora anche la sua evoluzione stilistica, da un artista che inizialmente si avvicinò alla musica classica, fino alla sua scoperta del jazz e la sua carriera nel quintetto di Miles Davis. Ma Hancock non si è fermato a questo. Con dischi iconici come Maiden Voyage e Head Hunters, Hancock ha spinto i confini del jazz, introducendo strumenti elettrici e fusioni con il funky e la musica elettronica.
Questa narrazione del percorso di Hancock mostra il suo continuo desiderio di evolversi come artista, rompendo barriere tra generi e influenzando non solo il jazz, ma anche la musica pop e la musica elettronica. Una figura che ha rappresentato e continua a rappresentare la fusione perfetta tra tradizione e avanguardia, e un simbolo di come la musica possa essere sia un linguaggio universale che un campo di incessante innovazione.