Ha fatto parte della Commissione parlamentare sui vaccini per i militari, si è occupata della legge Lorenzin e adesso dei vaccini anti covid. Di questi parliamo oggi con Loretta Bolgan, chimico e ricercatore farmaceutico.
In particolare con la dottoressa analizziamo l’ultimo vaccino in commercio: quello della casa farmaceutica statunitense Novavax. A differenza degli altri, si definisce un “vaccino tradizionale” perché non a tecnologica Mrna. E questo, secondo una parte di scienziati dovrebbe convincere i più scettici.
Novavax si basa sulla tecnologia delle proteine ricombinanti, già in uso da decenni anche per altri vaccini come quello contro il papilloma virus. Contiene due elementi noti: l’antigene e un adiuvante dal nome Matrix-M. “Un ruolo critico, anche in questo vaccino” - spiega la dottoressa – “lo ha la proteina spike, prodotta attraverso tecniche di ingegneria genetica”.
- Quali sono le differenze fra questo vaccino e quelli che già conosciamo? Novavax miscela le proteine con un adiuvante chiamato Matrix-M a base di saponina che dovrebbe rendere il vaccino più economico, aumentare le capacità produttive e diminuire le dosi; è davvero così? E poi, cosa succede se ci si sottopone ad una vaccinazione eterologa? Per quanto riguarda le varianti, questo tipo di vaccino potrebbe essere utile? Ascolta l’ultima intervista di Loretta Bolgan su Byoblu.