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“Sono trascorsi trent’anni da quel terribile 23 maggio quando la vita della nostra Repubblica sembrò fermarsi come annientata dal dolore, dalla paura. Il silenzio assordante dopo l’inaudito boato rappresenta in maniera efficace il disorientamento che provò il Paese”.
Così il Presidente Mattarella nel 30esimo anniversario della strage di Capaci ricordata ieri in molte iniziative. E in particolare nella solenne cerimonia tenutasi a Palermo di cui il Capo dello Stato è stato l’ospite d’onore. Una giornata ricca di impegni che ha visto anche il contributo di un giovane ma già affermato direttore d’orchestra israeliano.
“Sono trascorsi trent’anni da quel terribile 23 maggio quando la vita della nostra Repubblica sembrò fermarsi come annientata dal dolore, dalla paura. Il silenzio assordante dopo l’inaudito boato rappresenta in maniera efficace il disorientamento che provò il Paese”.
Così il Presidente Mattarella nel 30esimo anniversario della strage di Capaci ricordata ieri in molte iniziative. E in particolare nella solenne cerimonia tenutasi a Palermo di cui il Capo dello Stato è stato l’ospite d’onore. Una giornata ricca di impegni che ha visto anche il contributo di un giovane ma già affermato direttore d’orchestra israeliano.