Borghi Fantastici - MITUR

Civita di Bagnoregio (VT) - La leggenda di San Bonaventura


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Arroccato su uno sperone di roccia, circondato da un’ampia conca dall’aspetto lunare, Civita di Bagnoregio si raggiunge soltanto percorrendo a piedi un lungo ponte, a strapiombo sulla vallata. Civita di Bagnoregio è un luogo d’incanto ma è definito anche “la città che muore”. Il colle tufaceo su cui sorge il borgo è destinato ad assottigliarsi gradualmente. Gli agenti atmosferici, le frane e le acque dei torrenti della valle, operano un’erosione continua che lentamente sgretola la fragile rupe.
Una volta attraversato il ponte pedonale e varcata Porta Santa Maria, scavata nella roccia, si scopre un piccolo mondo suggestivo, tanto silenzioso quanto pittoresco. Camminando sui ciottoli, ci si addentra tra vicoli e piazzette. Le case medioevali sono in pietra, basse, rallegrate da balconi fioriti e con le tipiche scalette esterne, dette profferli. Tra palazzi trecenteschi e botteghe, ricordo di un tempo vivace, si giunge nella piazza principale dove si affaccia la Chiesa di San Donato. Al suo interno, è custodito un crocifisso ligneo ritenuto miracoloso. Si racconta che nel 1499 si diffuse nel territorio un’epidemia di peste. Una donna, che era solita pregare davanti al crocifisso, un giorno udì una voce, che la rassicurò sull’imminente fine della pestilenza. Di lì a poco, l’epidemia scomparve e tutti gridarono al miracolo. Ogni anno, il giorno del Venerdì Santo, il crocifisso viene portato in processione. Qualcuno ritiene pure che il volto di Cristo diventi sempre più sofferente man mano che la processione si allontana dal borgo di Civita, per giungere oltre il ponte, nel vicino Bagnoregio.
Per conoscere un’altra leggenda dobbiamo, invece, affacciarci al Belvedere di San Francesco Vecchio. Qui ci si espone sulla rupe dove si trova la grotta di San Bonaventura. Il nome del santo fu Giovanni Fidanza, un uomo originario proprio di Bagnoregio. Si racconta che San Francesco in persona guarì con un miracolo il piccolo Giovanni, gravemente malato. Quando ciò avvenne, il Santo stesso esclamò “Oh bona ventura!” e fu così che Giovanni Fidanza decise di farsi monaco anche lui e, per il suo grande operato, diventò San Bonaventura.
Infine, è il nome stesso di Bagnoregio a nascondere una storia misteriosa. Forse deriva dal latino Balneum Regis, che significa Bagno del Re. La leggenda racconta che Desiderio, un re longobardo, guarì dalle ferite di guerra semplicemente immergendosi nelle vicine acque termali della zona.
Civita di Bagnoregio è un borgo minuscolo eppure è uno scrigno di bellezze, persino quando è circondato dalla nebbia della valle, sembra come sospeso su una nuvola. La sua fragilità è il tesoro più grande. Essa dona al luogo un’atmosfera magica e struggente. Si imprime nello sguardo e nel cuore di chi varca la soglia di questo piccolo mondo tenace, dal destino inesorabile.
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