Benvenuti a indizi di futuro. Oggi è Mercoledì 28 aprile 2021,
Io sono Roberto e in questo episodio vi parlerò di clima familiare, giornate noiose e problemi economici.
Non siate gelosi e inviate il link del podcast ai vostri amici, perché conoscere un po’ di futuro fa comodo a tutti, e comunque è molto più facile fermare qualche battito di farfalla ora piuttosto che un uragano domani.
Oggi è la giornata mondiale della sicurezza sul lavoro e delle vittime dell’amianto.
Se nella vostra rubrica telefonica c’è qualcuno che si chiama Valeria, bene è giunto il momento di fargli gli auguri perché è uno dei santi del giorno.
In un indagine svolta dall’Istat riguardante il comportamento e le opinioni dei cittadini durante la seconda ondata di contagi più di 3 cittadini su 4 hanno scelto parole di significato positivo per descrivere il clima familiare, e sono solo circa l’8% coloro che hanno usato termini dall’accezione negativa.
Più precisamente 9 persone su 10 hanno descritto le relazioni familiari in modo positivo.
Non c’è dubbio che di fronte a un intervistatore si tende ad avere un atteggiamento più benevolo, specie nei confronterei dei propri cari, ma la tendenza è chiara.
Mentre non possiamo dire che l’atteggiamento sia stato lo stesso quando gli è stato chiesto di descrivere le proprie giornate, poiché i termini positivi sono scesi in modo drastico, qui si tratta del 34% mentre hanno usato termini negativi il 44%.
La parola più usata, con accezione positiva è stata “tranquilla” riferendosi alla giornata. Mentre per ciò che attiene la parola negativa sicuramente ha primeggiato la parola: “noiosa”.
Più di un quinto della popolazione, circa il 22% ha avuto difficoltà nel far fronte ai propri impegni economici quali pagare l’affitto, il mutuo o addirittura le bollette, il 50,5% ritiene che la situazione economica del Paese peggiorerà, mentre uno su dieci ha dovuto ricorrere all’aiuto di terzi per soddisfare le necessità più impellenti, ovvero ha superato l’emergenza grazie al regalo di parenti e amici, oppure alienando un bene come gioielli oppure auto, oppure chiedendo un prestito o è ricorso ad aiuti pubblici.
La fascia maggiormente esposta a queste problematiche è stata quella più giovane, e riguardo alla dislocazione geografica quella locata in meridione.
Riguardo alla composizione della famiglia c’è stata una proporzione diretta fra il bisogno di aiuto e il numero di componenti ella famiglia.
Riguardo al titolo di studio invece la proporzione è stata inversa fra le necessità e il titolo posseduto, ovvero hanno avuto maggior bisogno coloro che avevano studiato meno.
Riguardo al risultato generale, circa il 20% della popolazione ha, o forse sarebbe meglio dire avrà, visto che il problema è ancora ben presente, una situazione economica post pandemica peggiore rispetto alla precedente.
Bene anche oggi qualche indizio lo abbiamo trovato, ad esempio abbiamo capito che in caso di pandemia è meglio aver studiato, avere famiglie non troppo numerose, e che al Nord sembrano esserci meno problemi di carattere economico rispetto al Sud.
Riguardo all’età preferisco tacere, perché qualsiasi vantaggio economico è trascurabile rispetto al maggior rischio di perdere la vita a causa della malattia.
A domani.