Se la morte di un figlio, già di per sé, rappresenta l’esempio più inequivocabile di ciò che possiamo considerare come un evento “contra naturam”, quando è poi addirittura un genitore a causarla intenzionalmente, allora ogni tipo di riflessione - morale o intellettuale – non può che lasciare spazio al più profondo e puro sgomento. Quello che avviene in questi casi è, infatti, il più drammatico ribaltamento di tutti i più basilari istinti amorosi e protettivi che si possa concepire. Giovedì scorso, abbiamo avuto notizia , contestualmente, di una madre che, a Trieste, ha ucciso con una coltellata alla gola il proprio bambino di nove anni e di un’altra che, a Bergamo, è stata giudicata penalmente irresponsabile (per incapacità di intendere e volere) in merito alla soppressioni di due figli: una quando aveva quattro mesi e l’altro quando ne aveva, invece, due. Per quanto incredibili ed assolutamente inaccettabili, i dati ufficiali ci rivelano che, in Italia, dal 2000 al 2023, sono stati 535 i genitori che hanno personalmente posto fine all’esistenza dei loro figli, con una prevalenza (nella misura del 60%) della componente materna. In genere, a commento di questi fatti, psichiatri, assistenti sociali e magistrati ci spiegano che tutto è stato reso possibile da stati di “profonda depressione” o da sensi di inadeguatezza di fronte ai compiti previsti da ogni percorso genitoriale. Sarà senz’altro così. Anzi, è senz’altro così. Tuttavia, noi ci chiediamo, profondamente angosciati, per quale ragione tutte queste argomentazioni vengano, solitamente, chiamate in causa quando oramai è troppo tardi per impedire il verificarsi di una tragedia. Possibile che il destino di un bambino o di una bambina - lasciati in balìa di soggetti spesso manifestamente inadeguati rispetto sia ai doveri, che alle gioie genitoriali - debba davvero significare così poco per la società in cui tutti viviamo? Possibile che la maggior parte di noi trovi sufficientemente rassicurante pensare che, per quanto si tratti certamente di accadimenti tristissimi, sono pur sempre cose che a noi non capiteranno mai? Possibile che le pareti delle nostre case siano talmente ovattate da risultare del tutto insonorizzate di fronte a certe grida di disperazione?