Nino Benvenuti, fin da ragazzo, ha appreso da suo padre una boxe che esaltava l’intuito, la scelta di tempo, l’intelligenza, il rispetto dell’avversario, tutte cose come i valori morali, l’accettazione delle sconfitte e il potere educativo del confronto, tutte cose che lo avrebbero accompagnato non soltanto nella carriera ma anche nella vita nei momenti indimenticabili dal trasferimento a Trieste fino alla sfida contro il super favorito Emil Griffith a New York.