A inizio aprile scorso durante un presidio davanti al Tribunale di Bologna una giornalista del Resto del Carlino, Chiara Caravelli, è stata aggredita verbalmente da un gruppo di attiviste e attivisti, che la hanno accusata di aver raccontato falsità su una vicenda che sta scuotendo il capoluogo emiliano in questi mesi: l'abbattimento di 30 alberi alberi e la riduzione dell’area verde di un parco della città per consentire la riqualificazione delle scuole Besta: «Hanno iniziato a fare dei cori contro di me dicendo che non ero gradita e che me ne dovevo andare. Io sono rimasta lì perché stavo facendo il mio lavoro». Chi fa giornalismo si trova da solo a difendersi da attacchi più o meno forti, più o meno espliciti, a rappresentazione ancora una volta del fatto di una centralità dell’informazione nella vita democratica che viene sempre meno percepita.