«Il precariato in Italia è il più grande bavaglio alla libertà di stampa, perché un giornalista precario non è un giornalista libero, un giornalista precario è costretto a una quantità di lavoro tale che non gli lascia quasi la possibilità di lavorare all'approfondimento delle notizie e questo è il grande bavaglio che ha la stampa italiana». Ad affermarlo è Alessandra Costante, la segretaria generale della Federazione nazionale stampa italiana nell’ultimo episodio di “Libertà di stampa attacco”, il podcast di sabato sera. La voce di Costante dà un quadro ampio e preoccupante sulla libertà di stampa oggi, colpita non solo dal precariato, ma anche da leggi, normative e dichiarazioni pubbliche che giorno dopo giorno la indeboliscono. L’emendamento Costa - la cosiddetta “legge bavaglio” - e la Riforma Cartabia sono solo le due ultime due leggi che, nel nome della presunzione di innocenza, limitano il diritto di informazione. E nel frattempo sono sempre più diffuse le querele temerarie, utilizzate per silenziare, per colpire a livello legale ed economico chi scrive.

«Negli ultimi quattro o cinque anni è cambiato completamente fare cronaca nera e giudiziaria». A dirlo è Nicola Bianchi, segretario di Aser, l’associazione stampa Emilia-Romagna, e giornalista del Resto del Carlino di Ferrara. Il giornalista, nel quinto episodio del podcast “Libertà di stampa sotto attacco”, parla degli effetti delle ultime riforme, a partire dalla Riforma Cartabia che regola i rapporti tra organi di informazione e procure della Repubblica, raccontando di un rapporto fatto di "veline", di informazioni che mancano anch su fatti gravissimi che riguardano tutta la collettività. Così, il modo di informare è stato completamente distorto e, di conseguenza, sono scomparse notizie dai giornali, non si sono potuti approfondire casi importanti per l’interesse pubblico locale e nazionale.

Nell’aprile del 2020 Marco Zavagli, direttore di Estense.com, quotidiano online indipendente di Ferrara, scrive un editoriale dal titolo “La propaganda, l’industria che funziona meglio a Ferrara”. Un editoriale in cui il giornalista analizza la strategia comunicativa del sindaco leghista Alan Fabbri, scrivendo del massiccio utilizzo di denaro pubblico a scopi, secondo quanto scritto, propagandistici e mettendo in fila i costi che l’amministrazione avrebbe speso per supportare l’ufficio comunicazione del sindaco e una serie di incarichi fiduciari. L'editoriale porta a una querela per diffamazione aggravata: il processo è tuttora in corso. Una querela che è solo l'ultimo di una serie di attacchi al quotidiano ferrarese, attacchi che raccontano l'allergia del potere alla libera informazione. 

Il nuovo episodio di "Libertà di stampa sotto attacco", il podcast di Sabato Sera a cura di Sofia Nardacchione, con la voce del giornalista Marco Zavagli.

A inizio aprile scorso durante un presidio davanti al Tribunale di Bologna una giornalista del Resto del Carlino, Chiara Caravelli, è stata aggredita verbalmente da un gruppo di attiviste e attivisti, che la hanno accusata di aver raccontato falsità su una vicenda che sta scuotendo il capoluogo emiliano in questi mesi: l'abbattimento di 30 alberi alberi e la riduzione dell’area verde di un parco della città per consentire la riqualificazione delle scuole Besta: «Hanno iniziato a fare dei cori contro di me dicendo che non ero gradita e che me ne dovevo andare. Io sono rimasta lì perché stavo facendo il mio lavoro». Chi fa giornalismo si trova da solo a difendersi da attacchi più o meno forti, più o meno espliciti, a rappresentazione ancora una volta del fatto di una centralità dell’informazione nella vita democratica che viene sempre meno percepita.

«Se c'è un clima di ostilità verso la stampa, se non viene compreso il valore che ha la libertà di
stampa, ne risentiamo tutti». Ne è convinto Silvestro Ramunno, il presidente dell’Ordine dei
giornalisti dell’Emilia-Romagna: è lui il protagonista del secondo episodio del podcast di Sabato
Sera «Libertà di stampa sotto attacco». Un podcast per capire gli effetti degli attacchi alla libertà di stampa, in un periodo storico in cui c’è un clima di ostilità verso la stampa e sono ormai diffusi altri modi di attaccare, in modo diretto, giornalisti e giornaliste, a partire dalle querele temerarie.

La libertà di stampa è sotto attacco? È una domanda che torna, anno dopo anno, legge dopo legge. Ma cosa significa in concreto oggi? Perché attaccare la libertà di informazione, i giornalisti e le giornaliste, è un attacco che riguarda e danneggia tutti?

A intervenire nel primo episodio del podcast di Sabato Sera sulla libertà di stampa è Paolo Berizzi, giornalista che presiede l’Osservatorio sulla libertà di stampa, costituito nel 2022 da Federazione nazionale della Stampa italiana, Assostampa Emilia-Romagna e dal Comune di Conselice. Da anni Berizzi è costretto a vivere sotto scorta per via delle minacce ricevute per le sue inchieste sui gruppi neofascisti e neonazisti italiani.