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Le Olimpiadi regalano non sono solo medaglie, ma anche grandi storie di sport e di vita. Tra queste, quella di Jamal Abdelmaji Eisa Mohammed, scappato dal genocidio in Darfur a dieci anni e diventato un atleta olimpico grazie a un'associazione di Tel Aviv. A Tokyo corre con la casacca della squadra olimpica dei rifugiati, ma il suo sogno è quello di vestire la maglia d'Israele. “Se oggi o domani mi chiedessero di rappresentare Israele, direi subito di sì. Mi sento israeliano e vorrei restituire qualcosa al paese che mi ha accolto”.
Le Olimpiadi regalano non sono solo medaglie, ma anche grandi storie di sport e di vita. Tra queste, quella di Jamal Abdelmaji Eisa Mohammed, scappato dal genocidio in Darfur a dieci anni e diventato un atleta olimpico grazie a un'associazione di Tel Aviv. A Tokyo corre con la casacca della squadra olimpica dei rifugiati, ma il suo sogno è quello di vestire la maglia d'Israele. “Se oggi o domani mi chiedessero di rappresentare Israele, direi subito di sì. Mi sento israeliano e vorrei restituire qualcosa al paese che mi ha accolto”.