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Si sono nutriti a vicenda, sovrapponendosi e talvolta incrociandosi. Oppure danzando uno con l’altro. Sono i generi. Letterari, teatrali, cinematografici e non solo. Ma cos’è il genere? Il concetto di genere, nei diversi ambiti artistici, è riferito alle categorie utilizzate per classificare e ordinare le opere sulla scorta di elementi tematici, stilistici e strutturali simili.
Nel teatro, il genere delinea la natura dell’azione scenica, distinguendo, per esempio, fra dramma, commedia o tragedia. Nel cinema, i generi spesso indicano le categorie narrative: azione, dramma, horror, fantasy o commedia. Nella danza poi, il genere, può riflettere stili coreografici specifici o intenti espressivi, come nel caso del balletto classico oppure della danza contemporanea.
I generi sono una mappa. Aiutano il pubblico a orientarsi. A scegliere. Suggerendo previsioni relative ai temi e alle convenzioni narrative. Tuttavia, sempre più spesso, le opere sono il frutto dell’ibridazione dei generi, arrivando perfino a scardinare le tradizionali definizioni – sconfinando in territori inediti – fino al punto di ritrovare il genere anche al di fuori del genere.
Tra gli altri, ospiti di Charlot, il critico cinematografico Bruno Fornara, autore del libro Geografia del cinema. Viaggi nella messinscena (Rizzoli, 2001) e della monografia Charles Laughton. La morte corre sul fiume (Lindau, 1998); il professor Franco Perrelli già ordinario di Discipline dello Spettacolo al DAMS dell’Università di Torino e di Bari, autore dei saggi Poetiche e teorie del teatro (Carocci, 2018), Le origini del teatro moderno. Da Jarry a Brecht (Laterza, 2016) e I maestri della ricerca teatrale. Il Living, Grotowski, Barba e Brook (Laterza, 2007) e, infine, la giornalista Francesca Rosso autrice del volume Cinema e danza. Storia di un passo a due (Utet, 2008).
Si sono nutriti a vicenda, sovrapponendosi e talvolta incrociandosi. Oppure danzando uno con l’altro. Sono i generi. Letterari, teatrali, cinematografici e non solo. Ma cos’è il genere? Il concetto di genere, nei diversi ambiti artistici, è riferito alle categorie utilizzate per classificare e ordinare le opere sulla scorta di elementi tematici, stilistici e strutturali simili.
Nel teatro, il genere delinea la natura dell’azione scenica, distinguendo, per esempio, fra dramma, commedia o tragedia. Nel cinema, i generi spesso indicano le categorie narrative: azione, dramma, horror, fantasy o commedia. Nella danza poi, il genere, può riflettere stili coreografici specifici o intenti espressivi, come nel caso del balletto classico oppure della danza contemporanea.
I generi sono una mappa. Aiutano il pubblico a orientarsi. A scegliere. Suggerendo previsioni relative ai temi e alle convenzioni narrative. Tuttavia, sempre più spesso, le opere sono il frutto dell’ibridazione dei generi, arrivando perfino a scardinare le tradizionali definizioni – sconfinando in territori inediti – fino al punto di ritrovare il genere anche al di fuori del genere.
Tra gli altri, ospiti di Charlot, il critico cinematografico Bruno Fornara, autore del libro Geografia del cinema. Viaggi nella messinscena (Rizzoli, 2001) e della monografia Charles Laughton. La morte corre sul fiume (Lindau, 1998); il professor Franco Perrelli già ordinario di Discipline dello Spettacolo al DAMS dell’Università di Torino e di Bari, autore dei saggi Poetiche e teorie del teatro (Carocci, 2018), Le origini del teatro moderno. Da Jarry a Brecht (Laterza, 2016) e I maestri della ricerca teatrale. Il Living, Grotowski, Barba e Brook (Laterza, 2007) e, infine, la giornalista Francesca Rosso autrice del volume Cinema e danza. Storia di un passo a due (Utet, 2008).