Lei ha bisogno di un Padre

Diario Narcisistico #2


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Pur essendo in grado di vestire i panni della società, come un lama che parte dal cuore e scava da dentro, sospiro dopo sospiro, arriva quel momento. Quello che cala la maschera, strappa il velo di Maya e già da quel soffio di lucidità iniziale, da quel aver seguito fino in fondo il proprio istinto, ci si rende conto che si è recitati goffamente una parte senza motivo.
Il tempo di guardarsi in faccia, anche i migliori attori non si possono nascondere al riflesso dei proprio occhi. Si può implodere a lungo, ma non per tutta la vita. Non è ciò che ho vissuto che mi da pensiero, ma quanto non l’abbia fatto.
Essere quello che non senti di essere è come cercare di capire l’amore con la razionalità, ma al brivido non c’è ragionamento che tenga. La cosiddetta memoria emotiva, quella che regola la paura, che ci porta a non amare fino in fondo consapevoli che prima o poi ritornerà il dolore, che è l'unica certezza.
Odio la retorica da film, quella che porta a fare mille metafore per far capire, ma chi vuol capire sa farlo con poco, allora perché continuare?
Vanità, bisogno di essere ascoltati, bisogno di esibirci nella vita di tutti i giorni. Vedo la civiltà più evoluta di tutti i tempi e ho come una sensazione di sprecato che mi terrorizza.
Mi vedo giorno dopo giorno svegliarmi tardi, libero senza una vera libertà. Guardo fuori dal balcone senza esibizionismo, sperando che piova, così da non sentirmi in colpa nel restare a casa. Così da non dover ricevere ricatti emotivi sotto forma di messaggi da persone che non hanno necessariamente bisogno di me, ma sembra sempre che io abbia bisogno di loro. Vi piace la verità? Complimenti.
Quando hai nobiltà d’animo certe persone si vergognano a vivere con te, sanno che a lungo andare ti deluderanno. Conoscono solo la facciata, non lo sanno che dentro la mia casa sto crollando a pezzi e che ho così timore che si veda a primo acchito, pur non aspettando altro che l’occasione giusta per rivelarmi.
Ti vedo, bellissima ragazza profumata, a caccia della mia inutile stima. Ti vedo che mi mostri il tuo personaggio e pur non essendo nulla di così rilevante sono pronto a pendere letteralmente dalle tue labbra per stare al tuo patetico gioco. Ti vedo raccontarmi cose banali che non mi interessano e quali sforzi che faccio nel dirti la mia sincera opinione senza offenderti.
Ho girato attorno alla moralità per mettermi alla prova, ho distrutto il mio corpo, l'interiorità di persone fragili. Mi sono confrontato con uomini e donne che decidono senza parlare, dei veri mostri che hanno agito per difesa.
Ho riso di gusto della disgrazia delle persone come fossi il giudice del loro inferno, sguazzando come una pantegana nel mio. Non ti è concesso di guardarmi come fossi un santo, come se il male che ho fatto in questi anni fosse stato espiato.
Adesso hai paura? Hai paura perché hai visto solo chi ha fatto finta. Non conosci la cattiveria che si prova quando sei una persona violenta che sta picchiando qualcuno che si meritava quelle botte, e non conosci il dolore del rimorso che si prova sperando di non averlo ucciso.
Hai vissuto le viscere dell’animo umano solo attraverso le stronzate che ti raccontano per scoparti. Hai scelto per senso di colpa, volutamente schiava di una visione distorta e malata dei sentimenti. Vittima delle tue mancanze e dei tuoi vuoti interiori immensi, incapace di elaborarli.
Hai optato per una comoda bugia, illudendoti del fatto che un carnefice possa cambiare, credendola una prospettiva più rosea piuttosto che affrontare la verità.
La verità che vivi in una fuga, la verità che sei esperta solo nel mettere alla prova, la verità che fai di tutto per far sì che chiunque possa offrirti una spiraglio di soluzione deve dimostrare di essere pronto a cadere con te, rinunciando a sé stesso, diventando un pupazzo. La verità che bisogna danzare attorno al limbo per amarsi. Oh mio Dio…. Quanto bisogno ho io… Di...
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Lei ha bisogno di un PadreBy Filippo Ruggieri