Santi: dalla tribolazione alla vittoria

Domenica 9-11-25 Vuoi Cristo nei tuoi pensieri, che possa toccarli, purificarli, e far germogliare vita nuova?


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La liturgia di oggi ha una grandissima forza, però ci tengo a distinguerla dall'arrabbiatura. Perché uno potrebbe ascoltare il Vangelo di oggi e pensare, vedi, anche Gesù si arrabbiava, quindi mi posso arrabbiare pure io. Di che? Arrabbiarsi di che? Perché spesso ci arrabbiamo per cose minime.
Ma guardate bene perché c'è una grande unità oggi nelle letture. Chiaramente fanno un po' perno sulla parola tempio, il tempio. Abbiamo ascoltato Ezechiele, questo fiume d'acqua che esce dal lato destro del tempio, che prima era un rubinetto aperto, dopo diventa un fiume.
E qui c'è una prima rivelazione profetica. Poi quelle espressioni forti di San Paolo nella Prima Lettera ai Corinti, perché lo dice chiaramente che siamo noi il tempio, tempio di Dio. Anzi, poi specifica, non sapete che siete tempio di Dio e che lo spirito di Dio abita in voi.
Poi arriva a dire una cosa che spero faccia un po' impressione, poi magari cercheremo di capirla. Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui, perché santo è il tempio di Dio che siete voi. Dai, un po' di paura la mette, eh! Perché ti devi rendere conto che con certi modi di fare ti metti contro Dio.
E di questo non siamo consapevoli, facendo dei macelli. Allora ecco il segno profetico di Gesù, che non è che gli sono girati i cinque minuti, ma fa un segno profetico fondamentale. Siamo ancora all'inizio del Vangelo di Giovanni, siamo nel capitolo secondo.
Giovanni ha 21 capitoli, e nel parlarci della rivelazione che abbiamo in Cristo, poco prima di questo testo aveva parlato delle nozze di Cana, il primo dei segni che Gesù alle nozze trasforma l'acqua in vino, lo ricorderete spero. Ma poco dopo della trasformazione dell'acqua in vino, quindi il passaggio dalla legge alla bellezza, alla gioia, le nozze diventano il segno di come lo spirito trasforma tutto in una nuzialità con Dio, fa subito il segno della purificazione del Tempio.
Quindi non è che si era svegliato storto quella mattina, per capirci. Il senso è questo. Parla del Tempio che verrà distrutto e riedificato, e lo prendono quasi in giro, tu lo fai in tre giorni, ma è stato fatto in 46 anni quel Tempio.
Ma lui parlava del Tempio del suo corpo. Allora, non dimentichiamo i vari passaggi che anche attraverso l'ascolto della parola, e se volete lo sviluppo, la traduzione teologica anche di tutta la vita cristiana, noi nel battesimo diventiamo membra del corpo di Cristo, tutti noi. Ogni volta che noi attentiamo a quest'unità, all'unità del corpo di Cristo che è la Chiesa, noi ci mettiamo contro di lui.
Questo ci dovrebbe far tremare le vene nei polsi. Cioè, ma mi rendo conto che quando faccio, dico, penso, ad un'azione di prevaricazione, di esclusione, io ho a che fare con Dio, il suo corpo. Quando noi lo facciamo verso qualcuno perché ci è antipatico, se me la prendo con lei perché mi è antipatica (lei ride perché sa che non è vero) però nel momento in cui io mi metto contro, semplicemente per una simpatia o antipatia, che cosa sto facendo? Posso creare una divisione.
Ma divisione da che? Una divisione da me o dal corpo di Cristo che è la Chiesa? Noi non ci rendiamo conto perché spesso, noi andiamo a confessarci delle cose che non abbiamo fatto, non ho bestemmiato, sono sempre andato a messa, dici quello va bene, cioè, meno male, ma ti sei reso conto di che cosa hai fatto al corpo di Cristo in questo tempo? L'hai edificato nella comunione, l'hai onorato? hai vissuto nella carità? Qual è il comando fondamentale che Dio ci ha dato? Ama Dio, ama il prossimo. Benissimo, cosa vuol dire? Uno potrebbe pensare, il prossimo, siccome questo prossimo qui non mi piace, vado al prossimo, quest'altro non mi piace, vado al prossimo! No, no, il prossimo è chi ti è vicino, cfr. Latino proximus, vuol dire il vicino, con chiunque tu abbia a che fare. Allora, quando noi facciamo di questa festa che è la dedicazione della Cattedrale di San Giovanni in Laterano una festa universale, perché attraverso l'insegnamento del Papa, che ha come cattedra, come luogo di insegnamento la Chiesa di San Giovanni in Laterano, in ogni chiesa si può festeggiare, attenzione, quell'unità che viene dall'amore con cui Dio ci ama. Lui ama ciascuno, tutti e ciascuno, nessuno escluso.
Qualcuno si esclude da solo, qualcuno esclude gli altri. Allora dice calma. E ci tengo a dirlo perché nella Lettera ai Corinti a un certo punto c'è uno della comunità che fa una roba assurda, è un caso di incesto, allora dice, questa persona che tutti conoscete adesso escludetela dalla comunione.
Perché? Perché si renda conto del male che sta facendo. Escludetela, è una scomunica, escludetela dalla comunione. Sinché non cambi, una volta che ora ha cambiato la riaccoglieremo.
Intanto stia fuori, perché se non fai un gesto chiaro, e guardate che questa è una via terapeutica, cioè di cura, la Chiesa ogni tanto la fa questa cura, perché? Perché c'è qualche cellula un po' impazzita, è successo anche ad alcuni vescovi, per cui tenetene conto, qualche cellula un po' impazzita che rischia di compromettere la comunione, l'unità del corpo di Cristo che è la Chiesa. In quei casi dice, bene, il Papa sovrintende anche in questo, dice, bene, questa persona sia interdetta a divinis, sia scomunicata, finché non cambia. Ma ci rendiamo conto dell'importanza di questo solo se guardiamo la comunione, l'unità.
La scomunica, cioè quello che toglie la comunione, non è per antipatia o simpatia, è una via terapeutica per l'unità. Per questo il Signore Gesù viene nel Tempio e fa questo trambusto, perché è come se dicesse, siccome tu sei Tempio di Dio, io sono pronto a entrare nella tua vita dove vuoi e dove non vuoi all'inizio, perché fa male in certe situazioni, perché noi siamo attaccati ai nostri pensieri, eh? I nostri pensieri sono come dei figli primogeniti, quindi ce li accarezziamo, ce li custodiamo, li coccoliamo. E il Signore invece viene lì e dice, questo non va bene.
Zac! Ah! E lì noi scancheriamo anche contro il Signore certe volte. Allora cosa fa? Se lo fai entrare, se gli permetti di entrare nella tua vita, Lui la purifica, come qui purifica il Tempio. Quindi ciascuno di noi faccia qualche passaggio interessante, non faccia semplicemente l'osservanza generale dei comandamenti, quelli che insomma ti tieni così nel generico che non ti cambia assolutamente niente.
Lascia che entri nella tua vita, tocchi i tuoi pensieri e i sentimenti, li purifichi e lì vedrai come germoglia vita nuova. E lo dice anche in un altro brano, il capitolo 15 di Giovanni, quando parla della vite e dei tralci, che dice, ciò che è secco lo taglia e ciò che porta frutto lo pota perché porti più frutto, lo pota. Capite allora che ci sono delle cose che non, vieni qua, ci penso io.
Tanto tu non sei capace di farlo da solo, ci penso io. Basta che tu accolga Cristo nella tua vita. Ed è quello che chiediamo anche oggi al Signore, vieni Signore nel tuo Tempio, nella tua Chiesa, in ciascuno di noi, vieni a purificarci con la tua grazia e la nostra vita risplenderà della tua presenza.
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Santi: dalla tribolazione alla vittoriaBy Stefano Savoia