San Giuseppe illumina il lavoro come possibilità di partecipare all’opera della salvezza di Dio. Attraverso il suo insegnamento Gesù condivide con la condizione umana anche l’esperienza del lavoro e lo eleva come un mezzo per costruire una storia “nuova”.

La testimonianza di oggi è di Tonino Ciniglio, sposo e padre di 5 figlie. Catechista e genitore affidatario, Tonino ha accolto insieme alla mogie tante donne e tanti bambini nella casa di accoglienza di cui sono custodi, esercitando quella paternità che va oltre la carne.

Giuseppe, il credente, lo sposo di Maria, fedele alle indicazioni dell’angelo ha risposto con coraggio alla sua vocazione. Non sono mancati i tempi difficili. Oggi lo contempliamo alle prese con Gesù adolescente.

Il papà di oggi è Massimo Pace, sposo e padre di quattro figli, medico e diacono permanente ci racconta la sua bella esperienza di paternità umile e docile alla volontà di Dio.

Quelli vissuti a Nazaret sono anni di intensa vita interiore. Una vita nascosta ma non meno efficace sul piano della redenzione. Gli affetti, il lavoro, i problemi… tutto è vissuto nella luce di Dio, tutto è colmato di grazia e dalla presenza amorevole e umile di Giuseppe e di Maria.

Il papà di oggi è Piero Del Bene, sposo e padre, insegnante, ci racconta la sua bella e luminosa esperienza di paternità.

Giuseppe prendendo con sé il bambino e sua madre e scendendo in Egitto e poi facendo il cammino a ritroso, come in un nuovo esodo, svolge quel compito di presenza e di protezione proprio di un padre che permette al bambino di attraversare le contraddizioni e le difficoltà della vita.

La testimonianza di oggi è di padre Pietro Anastasio, sacerdote e frate minore della Provincia salernitana lucana dell’Immacolata Concezione. Ha accompagnato tanti giovani in formazione e oggi si occupa di una realtà di accoglienza molto speciale.

Dopo aver contemplato Giuseppe come il giovane e umile credente, innamorato del suo Signore e della sua Maria, simile a noi nel dubbio e nell’angoscia di discernere la volontà di Dio, illuminato dalla visita dell’anglo e chiamato ad essere lo sposo di Maria non secondo i suoi progetti ma secondo il cuore di Dio, contempliamo oggi il fiat di Giuseppe.

La testimonianza di oggi è quella di Nino Di Maio, un papà con figli ormai grandi che ci racconta la sua bella esperienza di paternità.

San Giuseppe è figlio, umile, giusto e obbediente come abbiamo visto in questi giorni ed è sposo. La sua paternità deve essere letta alla luce del suo essere credente e del suo essere sposo. Quello di Maria e di Giuseppe non fu un matrimonio fittizio, una copertura ma un vero e proprio matrimonio anzi il modello di ogni matrimonio.

La testimonianza di oggi è quella di don Stefano Rega, sacerdote della diocesi di Aversa che ci racconta la sua esperienza di paternità che abbraccia il sogno di Dio sulla sua vita.

Attraverso un angelo, Dio interviene nella vita di san Giuseppe, interviene nel suo discernimento e lo orienta. Senza l’intervento di Dio nella nostra vita, l’uomo non è capace di vivere la sua vocazione. Chiediamo oggi questo a Dio che ci permetta di vivere la paternità come il luogo e lo spazio in cui risuona la sua voce, il suo progetto. Come ha fatto Giuseppe.

La testimonianza di oggi è di Davide Zanelli, sposo, padre, musicista…una persona meravigliosa che ha messo il suo cuore e la sua mente al servizio del Dio della vita.

Giuseppe deve fare la fatica di capire la volontà di Dio ma deve passare attraverso la sua umanità che recalcitra. Egli deve imparare a leggere con Dio la sua storia, vedere con gli occhi del Signore la vicenda di Maria. Lo può fare perché è stato un uomo giusto.

La testimonianza di oggi è quella di don Gianluca Coppola, giovane sacerdote della Diocesi di Napoli che ci racconta la sua esperienza di paternità.

La storia di Giuseppe è pienamente inserita nella storia della salvezza. Egli, come figlio ed umile credente, risponde con fede all’invito di Dio.

La testimonianza di oggi è quella di Giovanni, sposo e padre che dall’amore per la moglie e dalla fede trova linfa e nutrimento per il suo essere padre.