14 aprile 2020
Quarant’anni fa moriva Gianni Rodari, che pensava che i bambini a scuola dovessero imparare divertendosi, che divenne Partigiano poco più che ventenne, che era stato maestro alle elementari, che voleva scrivere di attualità politica sull’Unità e che vinse –unico in Italia- il premio “Hans Christian Andersen” –il “Nobel” della letteratura per l’infanzia.
Solo a sentire o leggere quel nome, Gianni Rodari, noi sorridiamo sempre. Un sorriso a labbra chiuse e gli occhi che vanno per un attimo in alto, verso destra: ad inventare una nuova immagine, una pioggia di confetti, una torta in cielo, un arcobaleno senza tempesta, uno zampognaro nel presepe, una pace prima della guerra. Sorridiamo, perché il maestro di Omegna è stato il maestro di tutti noi e ci ha spiegato che i bambini hanno capacità e diritti, proprio come gli adulti: e che anzi proprio tutti, adulti e bambini, devono avere un mondo che rispetti i loro diritti e li aiuti a sviluppare le proprie capacità. Però ce lo ha spiegato senza mai farci una lezione, senza sedersi fisicamente in cattedra, ma facendoci scoprire che le favole nascono dalle cose e che proprio per questo, proprio perché così concrete, rimboccandoci le maniche mica è detto che non le si possano realizzare.
Speaker Anna Venuto
Contribuzione alla storia di Rodari del nostro caro ascoltatore e fan della radio Tono
Grazie per partecipare alla challenge!